Diciamolo chiaro: alle prossime elezioni politiche il MoVimento 5 Stelle non conquisterà il Governo del Paese. Non sarà cioè il primo partito né esprimerà il Premier. E, dato che non farà alleanze, starà di certo all’opposizione.
Ma è altrettanto sicuro che di voti ne prenderà parecchi e porterà alla Camera un numero alto di deputati (si parla di 80, 90, alcuni ipotizzano più di 100: più i partiti fanno porcate sulla legge elettorale, più gente vota M5S).
Allora, a cosa servirà la presenza dei cittadini del MoVimento 5 Stelle in Parlamento? A garantire gli elettori.
Perché queste persone porteranno nella politica nazionale tre caratteristiche fondamentali e nuove:
– Trasparenza: racconteranno tutto quello che avviene;
– Impegno: si danneranno e mostreranno un invidiabile senso civico;
– Disponibilità: voteranno proposte di qualunque provenienza politica.
Entriamo nel dettaglio.
Trasparenza
Posteranno sui blog ogni cosa che accade, filmeranno i lavori delle commissioni, racconteranno retroscena, inciuci, tentativi di accordo sotto banco. Insomma, saranno webcam viventi sul film della politica, che troppo spesso assomiglia a un mix tra horror e commedia di serie Z.
Questo, di fatto, non è mai avvenuto in maniera sistemica, nonostante la buona volontà di alcuni (penso per esempio ad Andrea Sarubbi e alla sua cronaca #opencamera su Twitter, o al resoconto puntuale di Mario Adinolfi dopo quattro mesi di Camera dei Deputati). Avremo 80, 100, forse più controllori costanti che non dipendono da nessuno se non da se stessi e che a loro volta saranno controllati dagli altri attivisti del MoVimento.
Impegno
I cittadini del MoVimento 5 Stelle non hanno cominciato a dedicarsi alla politica per ottenere qualcosa. Ditemi, con sincerità, se qualcuno non dico anni fa, ma anche solo sette o otto mesi fa credeva davvero che sarebbero arrivati ai risultati ottenuti a Parma o in Sicilia. No. E al Parlamento viene candidato solo chi aveva già fatto una lista civica, gente cioè che si è impegnata in tempi non sospetti e quindi per reale passione civile. Ecco perché il loro senso civico sarà importante e l’impegno che ci metteranno, anche solo per mostrarci che non sono “grillini”, ma donne e uomini che credono nel futuro del proprio Paese, sarà altissimo. E di persone che si impegnano per l’Italia e non per i propri interessi (di partito, di carriera, di azienda, di famiglia) sappiamo bene quanta necessità ci sia.
Disponibilità a votare proposte altrui
Questo è un punto cruciale: viviamo da vent’anni con la sinistra che non vota a prescindere le proposte della destra, e viceversa. Nemmeno ascoltano, dicono no a qualsiasi cosa soltanto perché viene dall’avversario. Capite bene che è tutta propaganda a favore di un populismo esasperato e contro il bene del Paese. Gli eletti del M5S, invece, saranno disponibili ad ascoltare qualsiasi proposta di legge e a votarla se ritenuta valida, grazie anche a un continuo confronto in rete con gli elettori. So che potrebbe sembrare follia, invece è buona e seria politica (a proposito: basta parlare di antipolitica, il M5S è l’insieme di persone che credono nella politica, altrimenti si farebbero i fatti propri).
Ovviamente poi capiterà pure a loro di sbagliare, far eleggere qualche mela marcia, esagerare nel populismo, votare leggi sbagliate. Ma il sistema di controllo, costituito da un’altra ampia serie di cittadini non eletti ma attivi, insieme all’energia e alla voglia di servire il Paese avranno la meglio. Perché? Perché l’innovazione nel metodo e l’utilizzo della rete Internet e del concetto di fare rete saranno garanti, più e quanto le persone stesse, dei concetti sopra spiegati.
Post scriptum: questo post non è pro Grillo e il MoVimento 5 Stelle. Lo dico perché quando ho scritto del mio interesse per il metodo utilizzato da Matteo Renzi, diversi lettori hanno inteso quell’intervento come un endorsment e non come un’analisi tecnica sul processo utilizzato. Questo post non è nemmeno contro Grillo e il MoVimento 5 Stelle, perché di professione mi occupo non di propaganda, ma di metodologie e innovazione.
Alessandro Rimassa
Autore di ‘Generazione Mille Euro’, direttore del Centro Ricerche di IED
L’UFFINGTON POST