SECONDA INTERROGAZIONE SUL FALCON USATO DALLA TITOLARE DELLA DIFESA PER TORNARE A CASA.
Non c’è stata risposta alla loro interrogazione presentata il 24 settembre scorso sul volo utilizzato dal ministro della Difesa Roberta Pinotti. E allora i deputati del M5S, Alessandro Di Battista e Luca Frusone, ci riprovano. Nei giorni scorsi hanno depositato una seconda interrogazione sul caso del Falcon 50 dell’Aeronautica militare italiana che – come rivelato da Il Fatto Quotidiano lo scorso 25 settembre – è stato utilizzato dalla Pinotti per farsi accompagnare a casa a Genova lo scorso 5 settembre, quando ha approfittato di un volo di addestramento programmato dal 31° stormo dell’Aeronautica. SECONDO I DEPUTATI 5 Stelle sarebbero state aggirate le normative sull’uso degli aerei di Stato con l’escamotage del volo di addestramento. “Gli interroganti hanno appurato – scrivono – dal sito istituzionale del governo dove vengono periodicamente pubblicati i voli di Stato autorizzati (…) che non vi è traccia del volo tra Ciampino e Sestri usufruito dal ministro Pinotti lo scorso 5 settembre; si tratta di un volo aereo che non è stato debitamente autorizzato; in secondo luogo gli interroganti hanno appreso, da organi di stampa (cioè dal Fatto, ndr) come si trattasse di un volo di addestramento, solo apparentemente già programmato a quell’orario e su quella tratta”. “Il costo orario del Falcon 50 – aggiungono – sarebbe di circa 3.400 euro; senza contare che è un aereo utilizzato non solo per fini istituzionali, ma anche per scopi umanitari e sanitari”. Così chiedono per “quale ragione istituzionale un volo di addestramento abbia dovuto attendere per il decollo da Ciampino, l’atterraggio di un altro volo proveniente da Cardiff e con a bordo la Pinotti” e “quale finalità istituzionale abbia perseguito (il ministro, ndr) viaggiando a bordo dell’aereo”.
Redazione
Il Fatto Quotidiano 12.10.2014