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Tav in ritardo record l’Ue dimezza i fondi “Non si farà mai”

TavI COMITATI PRESENTANO IL DOCUMENTO INEDITO DEL 2013 CHE SANCISCE IL TAGLIO DA 700 A 395 MILIONI DI EURO.

 Use it or lose it, che tradotto significa: o li usi o li perdi. Nel caso del Tav, la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione, a essere andati persi sono 276,5 milioni di euro: il 41,5% del budget che la Commissione europea aveva stanziato per la realizzazione.  Di questo taglio al fondo di 671,8 milioni di euro inizialmente previsto, però, nessuno ha saputo nulla fino ad oggi. Eppure la decisione della Commissione risale al 5 marzo 2013, motivata da “un notevole ritardo dovuto a difficoltà amministrative e tecniche” nella realizzazione dell’opera, e dunque la Ue ha previsto che – entro il termine prefissato – si possa realizzare molto meno rispetto al progetto per cui sono stati richiesti i fondi, e quindi ha proporzionalmente ridotto il budget. I cantieri dovrebbero comunque essere chiusi entro il 31 dicembre 2015: pura fantascienza , visto lo stato di avanzamento lavori. “La talpa di Ltf (la società italo-francese incaricata della realizzazione del tratto internazionale del tunnel) scava 2,5 metri al giorno, contro i 10 previsti – hanno spiegato i No Tav, autori del dossier che ha reso pubblica la decisione dell’Ue –. Anche raddoppiando la velocità, entro il 2015 sarà finita solo mezza galleria, mentre per completarla tutta si arriverebbe a febbraio 2018, fuori tempo massimo per accedere ai fondi del contributo europeo”. Secondo i dati ufficiali, il costo del solo tunnel di base è stimato per 8,5 miliardi di euro; per l’opera finita, invece, serviranno circa 24 miliardi. Parola fine al progetto della Torino-Lione, seppellito dai suoi stessi ritardi e inefficienze? Così sono pronti a scommettere i No Tav. Ad oggi, infatti, sul versante italiano del cantiere, è stata scavata solo una galleria di 7,5 km a Chiomonte, servita per studi geologici e che – a lavori completati – dovrebbe essere utilizzata per l’aerazione del tunnel principale. L’opera nevralgica ma non ancora iniziata è il tunnel di base: lungo 57 km, va da St. Jean de Maurienne(Savoia) a Venaus (Torino) e dovrebbe creare la cosiddetta “linea di pianura” sotto la montagna, in modo da eliminare i dislivelli che oggi rallentano la linea.ALTRA RIVELAZIONE del dossier riguarda proprio la linea ferroviaria attuale: dalla relazione annuale 2013 sul progetto Torino-Lione risulta che gli stessi tecnici e politici della Piattaforma del Corridoio Torino-Lione “convengono sull’inattuabilità politica di proporre la costruzione di una nuova linea senza fare tutto il possibile affinché quella esistente torni a essere la principale arteria di trasporto, in seguito ai lavori di ampliamento nel traforo ferroviario del Fréjus/Moncenisio”, in cui già ad oggi transitano quattro linee di treni ad alta velocità, che percorrono la tratta che collega Milano a Parigi.“L’idea che il progetto Tav sia morto è priva di ogni fondamento”, ha commentato il presidente dell’Osservatorio sulla Torino-Lione Mario Virano, il quale ha assicurato che “Bruxelles ha confermato che la nuova ferrovia è considerata un’opera strategica, i soldi sono arrivati e arriveranno, sono pronto a fissare un appuntamento nel 2015 per vedere se i finanziamenti ci sono stati oppure no”. “Noi abbiamo presentato un atto ufficiale a sostegno di quanto diciamo – ha ribattuto Alberto Poggio, del Comitato No Tav – aspettiamo di vedere su quali documenti Virano basa le proprie affermazioni”.    Non solo Tav, però: Marco Rettighieri, direttore generale della Ltf , è stato “promosso” nuovo dg costruzioni dell’Expo 2015 di Milano, al posto dell’inquisito Angelo Paris. “Se lo merita – ha commentato Virano –. Alla Ltf ha fatto un ottimo lavoro”. Di tutt’altro avviso, invece, Poggio: “Sorprende che chi ha rallentato i lavori in un cantiere sia chiamato ad accelerare la realizzazione di un altro”.
di Giulia Merlo
Il Fatto Quotidaino 15.05.2014

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