Ieri era la festa dei lavoratori, quindi in Italia ha festeggiato un’esigua minoranza, in particolare i sindacalisti che non hanno mosso un dito per impedire che passasse il jobs act con l’eliminazione dei diritti dei lavoratori e adesso ringhiano, innocui, contro il governo che hanno contribuito a proteggere. Secondo i dati ISTAT in Italia ci sono 22 milioni e 578 mila occupati, tra questi qualche milionata di precari che di fatto non hanno diritti, nè tutele, nè un salario adeguato a vivere una vita dignitosa. La disoccupazione è a livelli da record europeo: solo la Croazia (55,8 per cento) e la Grecia (50,8 per cento) presentano un tasso di occupazione più basso del nostro (56,3 per cento). Il jobs act è stata una presa per i fondelli: ha gonfiato i numeri dell’occupazione con la bolla degli sgravi contributivi per qualche mese per poi rivelarsi totalmente inutile appena gli sgravi sono stati ridotti a inizio 2016. L’unico che festeggia il fantomatico calo della disoccupazione è il Bomba. Perfino il cardinal Bagnasco ha detto che “[Nelle parrocchie] le code di coloro che cercano il lavoro, che sono disoccupati o che non sono mai stati occupati continuano notevolemente non soltanto per i giovani che sono la grande parte ma anche per le persone di mezza età che hanno famiglia e impegni economici da onorare“.
Il provvedimento del governo sul lavoro è stato inutile, gli unici interventi efficaci sono stati quello per salvare le banche (compresa quella di papà Boschi) e quello per sbloccare il giacimento della Total che ha fruttato un appalto al compagno dell’ex ministro Guidi finito dentro lo scandalo Trivellopoli. Per amici, parenti e lobby il provvedimento giusto si trova sempre, i cittadini possono aspettare.
Con l’esplosione della disoccupazione dopo il 2008 e il taglio a servizi essenziali come la sanità e la scuola e senza nessun intervento serio di sostegno al reddito, in Italia la povertà sta dilagando. Ci sono 10 milioni di poveri e un milione e 470 mila famiglie in condizioni di povertà assoluta, pari al 6,8% della popolazione. Tra il 2012 e il 2014 i poveri sono aumentati del 2% e la crescita negli ultimi due anni si è tutt’altro che arrestata e il governo è rimasto a guardare. Il 10% della popolazione non si può permettere una cena e un pranzo regolari e dal 2007 ad oggi è raddoppiato il numero delle famiglie che non possono assicurarsi un pasto con una componente proteica ogni due giorni. Più di un bimbo su quattro, (il 27,7%), vive in famiglie con risorse molto limitate, in case prive di televisore a colori, riscaldamento e persino senza un pasto proteico al giorno. Il tasso di povertà infantile già nel 2013 aveva toccato il 17,7%. Un Paese in macerie. I cittadini sono abbandonati dal governo e dai partiti che hanno come unica preoccupazione le esigenze delle lobby e il mantenimento del potere.
Il Reddito di Cittadinanza è l’unica misura a favore dei cittadini che può restituire dignità a tutti e rilanciare l’economia a partire dalle famiglie e dalle piccole imprese. Sarà la prima misura del MoVimento 5 Stelle al governo!
di MoVimento 5 Stelle