Informazione

Paura sondaggi: Renzi si scaglia contro Grillo

GrilloIL PREMIER TEME IL TESTA A TESTA E L’ASSE TRA M5S E MINORANZA PD SUL SENATO. OGGI SARÀ OSPITE TIVÙ AD “AMICI”.

 Li vede così, “due facce della stessa medaglia”, Grillo e Berlusconi. Perché pescano “nello stesso bacino”, quello di un’elettorato in fuga da Forza Italia e pronto a dare il voto al leader grillino anti europeista, rafforzandolo nel ruolo di secondo partito italiano e rendendolo pronto, così, a ricevere l’incarico di premier: “Se vinco le Europee – è infatti la parola di Grillo – vado al Quirinale e chiedo l’incarico; prepareremo una squadra di governo”.

 UNA MINACCIA? Più una promessa. M5S, d’altra parte, sembra ormai ad un’incollatura dal Pd. Matteo Renzi giura in tv da Lucia Annunziata che lui è un leader serio, che per questo non guarda i sondaggi, ma invece li guarda eccome. E comincia a sentire il fiato sul collo di un Movimento 5 Stelle in salita costante. Per questo, oggi, registrerà una puntata di “Amici”, la trasmissione di Maria De Filippi, che andrà in onda il 3 maggio. Per questo, ieri, ha attaccato Grillo restituendogli, in qualche modo, il suo ruolo di temibile avversario politico, quello che fino ad oggi gli ha sempre negato. Sfottendolo. Oggi, in fondo, Renzi ha anche una preoccupazione in più, quella di un gruppo grillino al Senato capace, in questa fase, di creare una marea di problemi al suo Pd e all’iter delle riforme, ormai entrato a pieno regime. La minaccia che è risuonata in questi giorni nelle aule di Palazzo Madama, al punto da allarmare il Quirinale, è quella di una sinistradem, capitanata (formalmente) da Vannino Chini, che potrebbe saldarsi proprio con i 5 stelle su una “riforma alternativa” a quella firmata dalla Boschi e dallo stesso Renzi di cui, però, oggi si dichiara l’emedabilità. Non su tutto, chiaramente, solo su alcuni punti, anche se c’è già chi dice che sarà sempre troppo poco rispetto ad una riforma che non sta in piedi e che, in alcuni passaggi, potrebbe addirittura rivelarsi incostituzionale.  Il pericolo 5 stelle, però, c’è ed è incombente. Grillo lo ha detto chiaro: “Il Movimento appoggerà la proposta Chiti per un Senato elettivo, un Senato espressione dei cittadini e non dei partiti e del presidente della Repubblica. In alto i cuori e chi parla di riforme si sciacqui almeno la bocca prima di mentire”.

Un bel problema per Renzi, che oggi vedrà i gruppi parlamentari e domani sarà a colloquio proprio con i senatori del Pd per cercare di mediare all’interno prima che Grillo mandi all’aria tutto il piano. Mercoledì, infatti, il testo dell’Esecutivo approderà in via definitiva in Commissione Affari costituzionali. E dove è di scena anche un altro problema, ovvero la legge elettorale, quell’Italicum studiato apposta per tenere Grillo ai margini e che ora, se davvero l’M5S diventerà il secondo partito, potrebbe rivelarsi “pericoloso”, al punto da dover essere rivisto; un conto, per Renzi, sarebbe scontrarsi con il Cavaliere in un ipotetico ballottaggio, un altro con un Grillo deciso a governare il Paese.

RENZI, PERÒ, OSTENTA sicurezza, la sua carta mediatica vincente: “Io penso che il Pd prenderà più voti dell’ultima volta – ha detto ieri, reduce dalla santificazione dei Papi in Vaticano – e sarà il primo partito, ma non sono ossessionato da questo. A chi vota Grillo dico: va bene, ma ditegli di smettere di urlare e di venire a dare una mano per cambiare l’Italia; a me viene il dubbio che Grillo forse è il più furbo di tutti, anzi si levi il forse, e considera tutti spettatori costanti del suo show. Lui ironizza sugli 80 euro che sono due biglietti per il suo spettacolo, ma ad una mamma possono far comodo”. A differenza delle altre volte, insomma, in cui Renzi non si è mai preoccupato troppo di aggredire Grillo, ieri i toni hanno fatto trasparire un’evidente preoccupazione del premier, che infatti è andato giù duro con le accuse: “Non sono preoccupati di risolvere i problemi (i grillini, ndr), ma di urlare e gridare e usare persino i disastri occupazionali. Io come governo ho messo su Piombino 270 milioni di euro. Invece altri vanno lì e dicono ‘vi daremo il reddito di cittadinanza’, ma io operaio non voglio il reddito di cittadinanza, voglio lavorare”. Il prosieguo della campagna elettorale di certo riserverà altri colpi bassi tra i due leader, ma adesso la preoccupazione più concreta di Renzi riguarda proprio l’asse che si può creare al Senato tra sinistra Pd e 5 stelle per far naufragare le riforme. E siccome tutte le forze politiche, tranne appunto Grillo, hanno legato la loro azione politica in questa legislatura ai cambiamenti istituzionali, l’unica mossa da fare per disinnescare la mina 5 stelle è quella di lasciare spazio al dialogo. Così, dunque, Renzi ha aperto all’ipotesi messa in campo da Anna Finocchiaro e Roberto Calderoli, relatori del provvedimento sul Senato.QUANTO alla tempistica, però, ha allentato il pressante crono-programma: “L’approvazione della riforma costituzionale in prima lettura entro il 25 maggio? Spero di sì, ma non mi impicco alla data, l’importante è che la riforma si faccia, troveremo una soluzione, a me basta – ha concluso Renzi – che il consigliere regionale non immagini di stare dalla mattina alla sera al Senato”. Fosse solo questo.

di Sara Nicoli
Il Fatto Quotidiano 28.04.2014

Lascia un commento