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Rifiuti-Ato, 5 Comuni fuori. La Valle Sele trascloca

Raccolta rifiuti1L’ambito di Avellino subisce il primo strappo

I Comuni irpini sono impegnati nella ratifica della convenzione che disciplinerà e organizzerà l’ambito ottimale provinciale per i rifiuti, l’Ato. Lunedì 28 aprile toccherà al Capoluogo discutere e prendere atto del testo, mentre altre amministrazioni si sono già mosse in questi giorni. Ma proprio mentre da più parti arrivano appelli a far presto, per evitare il rischio del commissariamento (entro il 7 maggio dovranno essere approvate le delibere), c’è chi ha deciso di abbandonare Avellino, con la piena approvazione della Regione Campania.
Ieri la giunta di Palazzo Santa Lucia, su proposta dell’assessore all’Ambiente Giovanni Romano ha approvato, su richiesta degli enti locali interessati, <<i trasferimenti dell’Ambito territoriale ottimale della provincia di Avellino a quello di Salerno dei comuni di Calabritto, Caposele e Senerchia, e dell’Ato di Avellino a quello di Benevento dei comuni di Rotondi e San Martino Valle Caudina>>, si legge in una nota diffusa nel pomeriggio dall’ufficio stampa regionale. <<Gli Ato, sulla base della legge regionale 5 del 2014, organizzano ed erogano il servizio di gestione dei rifiuti urbani ed assimilati, con l’obiettivo di realizzare economie di scala>>, ha ricordato la Romano, che ora attende la stabilizzazione delle perimetrazioni. Il colpo per l’Ato irpino si sentirà nelle prossime ore, quando il sindaco di Avellino predisporrà le prime riunioni preparatorie a quelle conferenza d’ambito prevista entro la metà di giugno, quando si dovranno predisporre gli atti organizzativi veri e propri, possibili solo dopo l’avvenuto insediamento. Le defezioni incideranno complessivamente sia sul dimensionamento della popolazione servita, che, soprattutto, sulle previsioni logistiche e infrastrutturali, quindi sui sistemi operativi territoriali, i cosiddetti Sto. Nel frattempo, in queste ore si fa avanti negli ambienti aziendali di IrpiniAmbiente la proposta di restare in campo nonostante la norma regionale abbia stabilito la cessazione dei rapporti in essere. Con l’azionista totalitario di IrpiniAmbiente destinato allo scioglimento (e per ora già declassato), per IrpiniAmbiente si porrebbe comunque il nodo della partecipazione comunale al suo capitale, quindi della disponibilità degli enti locali ad assumere la responsabilità finanziaria e patrimoniale.

Christian Masiello
Ottopagine 25.04,2014

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