Tensioni nel partito del premier tra il blocco che chiede il congelamento del programma in vista di una “sostanziale riduzione” e gli “atlantisti” del partito, tra cui il ministro Mogherini. Appuntamento rinviato a maggio.
Slitta ancora, a causa dei dissidi interni al Partito democratico di Matteo Renzi, la conclusione dell’infinita indagine conoscitiva parlamentare sugli F35. La seduta finale dei lavori della commissione Difesa della Camera, rimandata per mesi e infine fissata per questo giovedì, è stata ulteriormente rinviata all’inizio di maggio perché il Pd non ha ancora trovato un accordo sul testo finale della propria relazione conclusiva.
L’assemblea dei deputati democratici era pronta a votare mercoledì, a larga maggioranza, la bozza preparata dal capogruppo in commissione Giampiero Scanu, nella quale si chiede il congelamento del programma in vista di una sua “sostanziale riduzione”. Ma l’influente minoranza “atlantista” del partito (Pinotti, Mogherini, Speranza, La Torre, Minniti), spalleggiata indirettamente dal Quirinale, si è messa di traverso per impedire che questa posizione diventi la linea ufficiale dei parlamentari Pd, il che aprirebbe la strada a una risoluzione che impegnerebbe il governo a stoppare veramente il programma F35.
Questo ennesimo rinvio ha suscitato fortissimi malumori, fuori e dentro il Pd. “No comment” da Scanu, che si dice comunque fiducioso. Per Pippo Civati, invece, “ormai non è più solo una questione di scelte economiche, politiche e strategiche, è una questione di democrazia: il Parlamento, come prevedono le nuove leggi, ha il diritto di esprimersi su una materia così importante come le spese militari”. E sui dissidi interni al Pd: “Evitare un confronto aperto e una presa di posizione chiara all’interno del Pd su questo argomento è controproducente, visto che la base del partito è largamente contraria agli F35 e che in questo silenzio si lascia la parola a tutti gli altri”.
Tra gli “altri” che in questo imbarazzante silenzio si preparano a dire la loro c’è l’intero mondo dell’associazionismo italiano, laico e cattolico (Comboniani, Libera, Cgil, Fiom, Acli, Arci, Emergency, Greenpeace, Rete Disarmo, Beati Costruttori di Pace, Pax Cristi più una sfilza di noti personaggi del mondo della cultura), che il 25 aprile si ritroverà alla “Arena di Pace e Disarmo“ di Verona per ribadire il proprio “no” agli F35. Tra i primi sottoscrittori dell’iniziativa c’è Paolo Beni, presidente Arci e deputato Pd: “Il 25 aprile saremo a Verona per ricordare a tutto il Paese, politici compresi, che pace significa rifiuto della guerra e delle armi nel rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione”.
di Enrico Piovesana
Il Fatto Quotidiano 15.04.2014