Con la riforma costituzionale vogliono espropriare i cittadini di acqua, luce e gas. “Il problema è che non sono nostri, dello Stato, sono delle Regioni, dei Comuni” diceva Lorenzo Codogno, capo della direzione Analisi economico-finanziaria del dipartimento del Tesoro nel settembre 2013, intercettato da un giornalista della trasmissione “La Gabbia”. “E quindi bisogna cambiare il titolo V della Costituzione ed espropriare i Comuni e le Regioni” concludeva l’alto papavero, perché “la vera risorsa sono le utilities a livello locale. Lì sono veramente tanti, tanti miliardi”. Oltre tre anni dopo i cittadini italiani sono chiamati a votare su un referendum che, fra le altre cose, cambia pure il titolo V della Costituzione. Ma che coincidenza.
Non ve lo diranno mai chiaramente, ma uno degli scopi reconditi di questa riforma è di eliminare la volontà del territorio rispetto a quelle magnifiche (e immaginifiche) grandi opere ritenute dal Governo “di interesse nazionale”. Roba che negli anni ha creato solo catene di mazzette, corruzione, devastazione dell’ambiente e del paesaggio e non servono a nulla o manco vengono completate. Infrastrutture nelle quali possono ben rientrare quelle afferenti acqua ed energia. Col venir meno della legislazione concorrente delle Regioni, si accentrano le competenze a Roma per facilitare la
realizzazione delle grandi opere grazie alla clausola di supremazia inserita nella riforma che permette, ad esempio, di gestire le gare a livello nazionale.
È chiaro che le utilities sono già ora disciplinate con criteri comunitari, che vanno tutti in direzione di una “privatizzazione”, contro le gestioni “in house”, mentre la regolazione delle tariffe è gestita dalle authority. Ma coi poteri assicurati in tali materie allo Stato centrale dalla riforma, il Governo può agire sui criteri di regolazione (assetti societari, legislazione tariffaria) con uno spazio più agevole per procedimenti legislativi e amministrativi.
Quindi, con i precedenti di questo Governo – dal salvataggio della banche a sfavore dei risparmiatori, allo svilimento dei lavoratori ridotti a un numero su un voucher – ma basterebbe anche solo guardare ai recenti atti di governo di attuazione della cosiddetta “Riforma Madìa”, siete pronti a dar loro in mano anche questo?
Chissà perché, ad esempio, fondi come BlackRock sono tanto interessati a questa riforma.
Quindi vendiamo l’acqua ai cinesi, il gas agli arabi, la luce agli americani. E chi se ne fotte dei servizi pubblici essenziali, bisogna fare i soldi. A costo di lasciare la mamma senza l’acqua per pulire il suo bambino, gli anziani a morire al freddo e al buio senza gas e luce. Volete sul serio che accada questo?
C’è un solo modo per fermarli, domenica 4 dicembre andate a prendere le persone a casa, portateli a votare. FATE VOTARE ‘NO’.
di MoVimento 5 Stelle