Il Movimento 5 Stelle ha messo i partiti con… il portafoglio al muro. Come temuto, in Commissione Affari Costituzionali al Senato, nel corso della discussione del decreto sul finanziamento pubblico ai partiti, tutti i gruppi parlamentari hanno detto NO agli emendamenti del Movimento 5 Stelle che, se approvati, avrebbero fatto risparmiare immediatamente 2,5 miliardi di euro.
Si trattava dell’emendamento che aboliva immediatamente ogni forma di finanziamento pubblico ai partiti e quello che, rispettando la recente sentenza della Corte dei Conti, chiedeva l’immediata restituzione dei finanziamenti pubblici percepiti illegittimamente e contro la volontà popolare dal 1997 ad oggi. Se approvato, l’emendamento avrebbe costretto alla restituzione delle somme dovute. Nel caso di diniego sarebbe intervenuta anche la magistratura tramite sequestri di beni e liquidità appartenenti ai diversi partiti.
Bocciato anche l’emendamento che prevedeva la restituzione delle somme percepite di finanziamento pubblico ai partiti ma non rendicontate e realmente spese. Anche qui voto contrario
Erano tre proposte di riforma immediate, che non costavano nulla ai cittadini ma solo a pochi burocrati di partito. Non prevedevano tempi lunghi dal momento che si trattava di leggi ordinarie, che avrebbero portato ad un risparmio ed al recupero immediato di 2,5 miliardi di euro . Altro che la pseudoriforma del Senato proposta da Renzi, che ha tempi lunghissimi in quanto è costituzionale e necessita di una doppia lettura in ogni ramo del Parlamento ed un referendum confermativo. Una pseudoriforma, che tra l’altro porterebbe ad ipotetici risparmi decisamente inferiori.
I fatti parlano chiaro. Il Partito Democratico di Matteo Renzi è a favore del finanziamento pubblico ai partiti ed ha appena votato “no” come Forza Italia e tutti gli altri partiti a semplici proposte che avrebbero portato 2,5 miliardi di euro nelle casse dello Stato.