E’ davvero un bel momento per la democrazia italiana. Un’agonia conquistata a fatica. Svetta, per distacco, la Preside Boldrini. Da ieri non è solo la donna con una voce che andrebbe vietata – come minimo – dall’Onu.
La Preside Boldrini ci ha comunque tenuto a disintegrare quel poco che restava di un partito che pure vanterebbe non poche eccellenze al suo interno (Fava, Airaudo). Si può dire? Con quella vocetta darobot Super Vicky para-leninista, la Preside(nte) Boldrini è una delle più grandi delusioni nella storia recente della politica italiana: supponente, sussiegosa coi potenti, per nulla imparziale e drammaticamente respingente. Lei e le quasi-femministe che hanno letto Erica Jong senza capirci una mazza, si rasserenino: non sono criticate in quanto donne, ma in quanto politiche disastrose. Oppure – si parva licet – dovremo dire d’ora in poi che anche le Santanché, le Biancofiore e le Madia sono attaccate “poiché donne” (e c’è chi lo ha scritto, tipo Gramellini).
Che dire? Grazie a chi si impegna così alacremente per regalarci questo eterno crepuscolo morale. Ieri è stata una giornata tremenda, non come quella che portò alla uccisione politica di Rodotà e alla rielezione del monarca Re Giorgio, ma siamo lì. Complimenti dunque a chi ci regala tali emozioni: alla preside Super Vicky Boldrini, al simpatico questore D’Ambruoso che ha schiaffeggiato la deputata 5 Stelle Lupo (che fai Boldrini, lo cacci? Oppure l’espulsione con nota annessa per i genitori è solo per i discoli che salgono in cima ai tetti per difendere la Costituzione?). Complimenti al Pd, che quando c’è da mostrare i muscoli (che non ha) a caso è sempre in prima fila. E complimenti a quei meravigliosi renziani che, con il loro coraggio da Don Abbondio arrivisti, da una parte resuscitano il Caimano con una legge elettorale vergognosa e dall’altra regalano soldi pubblici alle banche private. Fenomeni mica da ridere.
di Andrea Scanzi
Il Fatto Quotidiano 30.01.2014