GLI OPERAI DELLA ISOCHIMICA IN CORTEO: ATTENDONO DA ANNI LA BONIFICA DI VENTIMILA QUINTALI DI ASBESTO 140 DI LORO SONO GIÀ MALATI, GLI ALTRI TREMANO.
GLI OPERAI arrivano in piccoli gruppi. Da Avellino, da Napoli, da Salerno. Erano poco più che ragazzini quando nel 1982 vennero assunti dall’impresa di Elio Graziano per coibentare e scoibentare 2514 carrozze delle FFSS, otto ore al giorno e senza protezioni. Per poi interrarne l’amianto a mani nude. Ora sono uomini invecchiati troppo presto. Raccontano storie di malattia e di dolore. La rassegnazione di convivere con 6.000 fibre di amianto in corpo. “Sono pure fortunato – sostiene Carmine – ci sono colleghi ai quali gliene hanno trovate 8.000, 9.000. Qui siamo quasi tutti malati di asbestosi e di placche pleuriche. Viviamo con una bomba ad orologeria addosso. Non sappiamo quando, ma sappiamo che prima o poi esploderà”.
Ai bei tempi Isochimica aveva a libro paga 330 operai e si calcola che circa 400 persone ci hanno lavorato per un periodo di tempo sufficiente da esporli a rischi per la salute. Secondo le statistiche dei sindacati locali e del comitato Ona (Osservatorio Nazionale Antiamianto), circa 140 ex dipendenti hanno contratto una patologia riconducibile all’amianto. Per nove di loro la bomba è già esplosa. L’ultimo si chiamava Luigi Maiello. E’ morto il 14 febbraio per un cancro ai polmoni. Aveva 54 anni. La moglie Antonietta ha partecipato alla manifestazione: “Negli ultimi mesi mio marito non riusciva più a respirare. Gli avevano riconosciuto il 16% di invalidità e una pensione di 500 euro al mese. Ho due figli, uno va all’università, non abbiamo ricevuto niente. Cosa voglio? Giustizia. L’individuazione dei responsabili”. La signora Marisa le stringe la mano. E’ la vedova di Pasquale Soricelli. Circa un anno e mezzo fa Pasquale si è suicidato: aveva lavorato in Isochimica e aveva scoperto di essere malato. Anche lui viene giustamente calcolato tra le vittime di questa fabbrica della morte.
IL PROCURATORE capo di Avellino Rosario Cantelmo, con un solido background di inchieste anticamorra alle spalle e una fama di magistrato che non guarda in faccia a nessuno, è in carica da poche settimane e ha già indicato nella vicenda Isochimica “una priorità del mio ufficio”. Il punto dell’inchiesta lo riassume Brigida Cesta, referente cittadino dell’Ona e avvocato della famiglia Maiello: “Il fascicolo era chiuso ed è stato riaperto nel 2009. Si procede per omicidio colposo e reati ambientali, è stato acquisito anche il video tv di un operaio che denunciava il tentativo di truccare la sua cartella clinica per far scomparire la relazione con l’amianto”. La legge in questi casi prevede due anni di abbuono al raggiungimento della pensione. Peccato che la riforma Fornero di fatto li abbia cancellati. Il segretario provinciale di Rifondazione, Toni Della Pia, lo ricorda amaramente: “Sono mesi che invochiamo una deroga per i lavoratori che vengono fuori da esperienze simili”. Il nascente governo Letta li ascolterà?
Il Fatto Quotidiano 26.04.2013




