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Sinistra tanta, pensiero zero

sinistraBasterebbero due parole o forse non basterebbero due giornate per definire l’esatta natura del partito Democratico, soprattutto per come si va delineando adesso con l’ascesa al trono di Matteo Renzi.

Certamente non è un partito di sinistra.

E che sinistra incarna la Lista Tsipras che sembra incorporare le varie anime, correnti e partitini che di sinistra (anche radicale) si definiscono  ormai da anni?

Vai a capirlo, se per sinistra si intende il cambiamento vero di un sistema economico sociale che tende a escludere, umiliare, ridurre alla fame la gran parte della popolazione mondiale.

Partitocrazia, tv e Web continuano a battezzare leader o supposti tali con una intensità impressionante. Tutta gente di sinistra, va da sé.

Peccato che da cotanta schiera non se ne elevi uno, almeno uno, in grado di imbastire un minimo di ragionamento su come uscire dalle secche.

E non per dare una aggiustatina al Pil o una ritoccatina al deficit. Ma per rovesciare come un guanto il sistema di produzione che ogni giorno ci divora ingoiando le vite e le speranze di milioni di esseri umani.

Ci sarebbe da denudare un sistema capitalistico che in quest’ultima variante si è rivelato più che fallimentare. Ci sarebbe anche da ridefinire il valore umano in rapporto alla ricchezza che questo sistema produce.

Per capire eventualmente se di questa ricchezza l’uomo deve esserne il padrone o una semplice appendice, variabile dipendente, accidente della storia come lo hanno voluto (nei decenni scorsi)  i tanti cantori del profitto e dei suoi trionfi che oggi, puntualmente ritroviamo a sinistra.

A sinistra, ma di cosa?

di Primo Di Nicola
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