Cinque anni fa, l’otto settembre 2007, a Bologna il primo Vday. In tutta Italia 350.000 firme validate, certificate, raccolte per la legge di iniziativa popolare “Parlamento Pulito“. Stipate in scatoloni e portate da me a Marini, allora presidente del Senato. Per esaminare la legge, questi cialtroni che si fanno chiamare onorevoli, hanno avuto due legislature, tre presidenti del Consiglio, Prodi, Berlusconi, Monti. Nessuno ha ritenuto opportuno metterla in discussione. La proposta non è neppure arrivata in Senato dove Schifani ha messo in calendario di tutto, anche l’immondo Lodo Alfano e lo Scudo Fiscale per gli evasori totali, ma non la volontà di 350.000 elettori. Schifani è quel miracolato dallo psiconano (mai avrebbe pensato di diventare presidente del Senato) che si rifiutò di discutere pubblicamente Parlamento Pulito e mi invitò nel suo ufficio a parlarne con la dovuta riservatezza (?!). In più di cinque anni non si è sentito un monito, un fiato, un sibilo, un gorgoglio, un accenno, un bisbiglio, un rantolo del presidente della Repubblica su Parlamento Pulito. Napolitano dove sei stato in questi lunghi anni? Ora Parlamento Pulito è decaduto, dopo due legislature infatti una legge di iniziativa popolare deve essere ripresentata, le firme raccolte di nuovo e consegnate nelle mani di chi le riceve come una supplica medioevale, una grazia da concedere e non come un diritto dei cittadini. Parlamento Pulito chiedeva tre cose, normali. Scontate per una democrazia: un Parlamento senza condannati in via definitiva, un massimo di due legislature, l’elezione diretta del candidato. Nel 2013 avremo Dell’Utri in Parlamento, le contesse di lungo corso Bindi e Finocchiaro, nessuna elezione diretta. Le liste ancora nelle mani dei partiti. Rigor Montis si è aggiunto ai vecchi baroni e sceglierà lui medesimo i candidati, con le sue mani lorde di spread. Nulla è cambiato da allora, se non la maschera, adesso si professano più democratici, più vicini al popolo, vogliosi di riformare la legge elettorale di cui hanno goduto i frutti, tuttifrutti. I partiti hanno imposto in passato i loro compari, servi, mignotte e lo faranno ancora a febbraio. Al cittadino sarà impedito di scegliere, di non aver dei farabutti come rappresentanti, di vedere le stesse facce pluridecennali che hanno distrutto la nazione. Tanto tuonò che piovve. Il Porcellum lo volevano cambiare tutti, Napolitano aveva un’urgenza, un’urgenza, non poteva più aspettare e poi ha sciolto le Camere due mesi prima. Il Porcellum non è cambiato e Parlamento Pulito è decaduto. La democrazia in questo Paese è nata morta. Ci vediamo in parlamento. Sarà un piacere.
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