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“Noi non diventeremo mai grandi, Presidente”

Manifestazione_terradeifuochiLettera dei bimbi vittime della Terra dei fuochi a Napolitano.

Pubblichiamo la lettera consegnata oggi al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano da don Maurizio Patriciello e dalle mamme dell’associazione “Noi genitori di tutti”

 

Al Presidente della Repubblica Italiana

Egregio Presidente, siamo stati piccoli cittadini di quella parte della Campania Felix compresa tra Napoli nord e Caserta sud che purtroppo da vari anni ha meritato suo malgrado vari appellativi infausti come triangolo della morte, terra dei fuochi terra dei veleni,ma per noi era semplicemente il posto più bello al mondo in cui siamo nati, cresciuti e purtroppo morti.

Saremmo sicuramente venuti al Quirinale in gita con i nostri compagni e parlando con gli insegnanti su cosa rappresenti questo Palazzo e la sua storia, sarebbe nato in noi un senso di fierezza e di identificazione nel nostro Stato e nella nostra Costituzione che riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, dove viene garantito il diritto alla salute,ad una giusta istruzione, insomma, da italiani ci saremmo sentiti protetti e tutelati da un “Papa’ Stato” che ci avrebbe garantito libertà e mezzi per crescere nel modo migliore.

Purtroppo non è andata così… noi non diventeremo mai grandi:

Riccardo Improta: leucemia linfoblastica acuta, 22 mesi per sempre, con il mio sorriso e il mio coraggio sarei stato un buon cittadino, se me lo avessero concesso.

Mesia Nasi: neuroblastoma surrenale 3 anni per sempre, ero allegrissima e solare, quanto ottimismo avrei dato al mondo se me lo avessero concesso.

Alice Aragona: rabdomiosarcoma 3 anni per sempre, amavo ballare, che talento sarei stata se me lo avessero concesso.

Tonia De Sena: medulloblastoma 6 anni per sempre, col mio coraggio e il mio istinto protettivo avrei contribuito a rendere il mondo più sicuro, se me lo avessero concesso.

Enrico Lucciola: glioblastoma tronco-celebrale 8 anni per sempre, amavo disegnare, nuotare e sciare, quanto avrei potuto realizzare da grande, se me lo avessero concesso.

Antonio Galdi: rabdomiosarcoma nucleare 9 anni per sempre, amavo la vita e la mia famiglia, volevo diventare un grande papà, lo sarei stato, se me lo avessero concesso.

Martina Coppola: nefroblastoma 9 anni per sempre, cantare era la mia passione e amavo gli animali al punto da intraprendere vere lotte per difendere i loro diritti, avrei difeso la natura se me lo avessero concesso

Alessia D’ Alterio: glioma intrinseco tronco encefalico 9 anni per sempre, cantavo nel coro ”Voci bianche”, ero bravissima, sarei diventata famosa se me lo avessero concesso.

Marianna Rubino: leucemia linfoblastica 9 anni per sempre, ero l’unica ricchezza della mia mamma, pregavo per gli ammalati in un letto di ospedale, sarei stata di grande aiuto al prossimo se me lo avessero concesso.

Francesco Miccinelli: epatocalcinoma metastatico ai polmoni 8 anni per sempre, ero una promessa del calcio, sarei entrato forse in nazionale se me lo avessero concesso.

Francesco De Crescenzo: osteosarcoma metastatico polmonare 9 anni per sempre, amavo nuotare e giocare a calcio, ero un portento, un giorno forse avrei portato a casa una medaglia olimpica se me lo avessero concesso.

Antonio De Michele: glioblastoma intrinseco tronco encefalico, 9 anni per sempre, ero un talento con la batteria, la musica era la mia passione, sarei stato un grande musicista se me lo avessero concesso.

Dalia Scuotto: linfoma linfoblastico non hodking 13 anni per sempre, sempre 10 la mia media scolastica,volevo diventare un dottore,avrei dato un grande contributo alla scienza, se me lo avessero concesso.

Francesco Caterino: rabdomiosarcoma 14 anni per sempre,ero un genio in matematica,quanto potenziale avrei messo a disposizione della società, se me lo avessero concesso.

Quanti diritti negati, Presidente,quante individualità perse per sempre da una società che,se ci avesse protetti e lasciato crescere,sarebbe stata di certo migliore di quella che, per interessi biechi e meschini ,ha firmato la condanna a morte nostra e del nostro popolo.

Quanti bimbi come noi non cresceranno mai, quanti stanno lottando in ospedali oncologici, quanti si ammaleranno…

E quanti papà, mamme, zii e zie giovanissimi hanno avuto la nostra stessa sorte e oggi di tutti ci facciamo portavoce. Per un quarto di secolo lungo le rotte dei traffici illeciti, è viaggiato di tutto: polveri di abbattimento dei fumi, morchia di verniciatura, reflui liquidi contaminati da metalli pesanti, amianto, terre inquinate provenienti da attività di bonifica, si parla addirittura di scarti nucleari. Nel complesso 10 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni specie. Il che vuol dire, visto che un tir trasporta in media 25 tonnellate, circa 411 mila camion carichi di rifiuti che hanno attraversato mezza Italia. Camion che per lo più sono risultati invisibili ai controlli, ma ben presenti ai cancelli delle industrie intenzionate a scaricare sulla collettività – con danni gravissimi – costi che avrebbero dovuto essere iscritti ai bilanci aziendali. Visto l’enorme giro d’affari che vi è connesso, il cervello delle ecomafie non dorme mai e il sistema è sempre pronto ad adattarsi alla situazione politica, ambientale, economica e sociale del paese e, se necessario, a reinventarsi pur di continuare ad operare e a generare profitto. La creatività criminale in questo settore sembra non avere limiti e le ecomafie e i loro molteplici attori sono attivi su vari fronti per fare sì che i rifiuti continuino a fluire e a “sparire”, soprattutto su quello dei controlli e delle tecniche pratiche per liberarsi degli scarti. E la criminalità ambientale dei “colletti bianchi”: i consulenti tecnici, come il chimico di turno sempre a disposizione di chiunque abbia bisogno di un formulario di identificazione falso o di un certificato di analisi con i codici CER (il Catalogo Europeo dei Rifiuti) inventati; i produttori di rifiuti compiacenti, industriali, in alcuni casi anche di importanti società nazionali a prevalente capitale pubblico, che pur di risparmiare denaro sono disponibili a vedere i propri rifiuti smaltiti illegalmente nei luoghi più disparati; non mancano funzionari e dipendenti pubblici, anche degli enti di controllo, che chiudono un occhio se c’è da controllare quell’impianto o quel carico di rifiuti.

Sa che mentre parliamo i roghi continuano e gli sversamenti pure?

Ciò che ci spaventa da cittadini del mondo è che questo genio criminale a tre teste,ecomafia-industria criminale-colletti bianchi, starà progettando nuove rotte verso cui deviare i traffici illegali e noi questo non possiamo e non dobbiamo permetterlo.

Quello che da un anno circa sta emergendo grazie all’impegno di tanti cittadini e al desecretamento dei verbali del pentito Carmine Schiavone merita da parte dello Stato attenzione e azioni immediate e desiderio di fare chiarezza circa questo ventennio di silenzi, ritardi, errori, omissioni e complicità individuali.

Non si può permettere che molti cittadini vedano oggi lo Stato come un nemico da cui difendersi che scende a patti con la mafia sacrificando il territorio e i cittadini e che pentiti, autodefinitisi eroi, facciano pubblicamente nomi di personalità oggi ai vertici istituzionali senza che lo stato faccia operazione di trasparenza e verità circa le complicità istituzionali a vari livelli restituendo fiducia ad un popolo intero stanco e martorizzato.

Il popolo ha il diritto di sapere chi e perché negli anni delle confessioni del pentito ha deciso in Parlamento la secretazione di quei verbali, firmando in tal modo la nostra condanna a morte sacrificando la nostra gente per il segreto di stato.

Altri verbali secretati ancora su tale argomento devono essere resi pubblici perché tutti gli artefici dello scempio ambientale e della diretta morte di tanti cittadini innocenti devono essere affidati alla giustizia.

Ci auguriamo che lei possa leggere nel cuore delle nostre mamme che oggi portano a lei il grido di dolore della nostra gente e che trovi la forza necessaria per imporre la Sua autorità affinché si attui tutto ciò che è necessario e abbia inizio “l’operazione verità”, ma subito, trenta anni di ritardo e silenzi sono già stati sufficienti.

Da angeli quali siamo diventati noi forse troveremo un giorno il coraggio di perdonare chi ci ha tolto tutto facendoci passare per atroci e inimmaginabili sofferenze, ma i nostri cari no, gridano giustizia per noi e per tutte le vittime e anche questo uno Stato di diritto e di fatto deve garantire.

Leggendo la Sua lettera inviata al caro Padre Maurizio a tale proposito, molti Italiani si sono soffermati a leggere l’ultimo pensiero che recitava così: Vorrà credere nel mio costante e personale impegno a sollecitare – a tutti i livelli di governo – gli interventi necessari, compresa la vigilanza sul buon andamento delle misure e degli investimenti da effettuarsi e, non appena sarà possibile disporre di ulteriori risorse, mirate misure compensative del danno subito dalle vittime”.

La lasciamo fiduciosi circa queste Sue promesse e Le chiediamo cosa si intenda per misure compensative per il danno da noi tutti subito e di chi e di cosa oggi veniamo finalmente considerati vittime; la chiarezza di tale aspetto pare un altro punto indispensabile per l’operazione verità che formalmente oggi affidiamo alla Sua persona affinché se ne faccia garante.

Con affetto e ancora fiducia

I furono piccoli cittadini italiani

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