Il Tribunale delle acque non si pronuncia sul ricorso. Cione: ma l’opera va avanti.
Caposele – Una vicenda incredibile. Ad un anno esatto dalla discussione del ricorso presso il Tribunale delle Acque ancora non è stata emessa la sentenza in merito alla galleria idrica Pavoncelli bis. Perché questo ritardo? Un pronunciamento atteso sia dall’Acquedotto Pugliese – che però ha già aperto il cantiere dell’opera – e soprattutto invocato da parte della Provincia, dell’Ato, dell’Alto Calore che hanno presentato il ricorso come estremo tentativo di bloccare la realizzazione dell’opera il cui impatto ambientale metterebbe a repentaglio la sopravvivenza dei bacini idrici del Sele e del Calore. L’assessore comunale Vito Malanga rivela: <<Anche l’Acquedotto Pugliese ed il commissario Sabatelli si augurano che la sentenza sia emessa al più presto. Il cantiere va avanti a prescindere dal parere del Tribunale delle Acque, ma sarebbe utile per il prosieguo che non ci fossero pendenze di ricorsi>>. Per Antonio Cione capogruppo di minoranza: <<Un tale ritardo ha dell’assurdo. Non è che stanno aspettando che la talpa inizi il lavoro di scavo, a quel punto anche un pronunciamento contro la Pavoncelli bis avrebbe il sapore di una beffa amarissima. Sappiamo solo che i lavori della galleria hanno creato problemi di inquinamento nel Sele. Interrogato sul problema, l’Acquedotto Pugliese aveva comunicato all’Asl che avrebbe provveduto ad istituire un osservatorio per il monitoraggio del fiume durante i lavori. Tre mesi fa il commissario Sabatelli annunciò un’assemblea pubblica. A tutt’oggi nessuna assemblea. Non ci risulta che l’osservatorio sia stato attivato. Il sindaco Farina aveva annunciato un consiglio comunale aperto. Neppure questo è stato fatto>>.
<<Va sottolineato – conclude Cione – che contrariamente alle aspettative il cantiere della Pavoncelli bis ha avuto una ricaduta occupazionale marginale, sono al massimo una decina le persone di Caposele che vi lavorano>>. Molto attivi nell’ambito dell’opinione pubblica i comitati <<Caposele Cinquestelle>> e <<Uniti per il Sele>>.
Caposele Cinquestelle lancia un affondo: <<Le curve di deflusso delle sorgenti indicano chiaramente che le riserve di alimentazione stanno diminuendo. Con una falda ormai ridotta a un minimo di 2 a un massimo di 4 metri cubi al secondo (dai circa 10 metri cubi al secondo di un secolo fa) si pensa di costruire una nuova galleria. Anche noi riteniamo grave che il Ministero dell’Ambiente faccia prima realizzare l’opera e chieda di verificare poi, a lavori compiuti, la compatibilità ambientale. La nostra protesta, il nostro essere “NO PAV”, ha lo scopo di scuotere l’opinione pubblica e le tante coscienze anestetizzate di fronte a tale scempio, secondo noi, la via dello sviluppo non passa attraverso “buchi”, “talpe” e l’escavazione di 245 mila metri cubi di materiale per la creazione di inutili gallerie. La Puglia ha il primato di perdite nella rete idrica con circa il 50%. Il solo risanare le reti basterebbe a risolvere tanti problemi. La vecchia galleria è riparabile e c’è poi l’invaso di Conza dove è già stato realizzato un potabilizzatore per trattare 1500 litri al secondo>>.
E sulla moria delle trote e del fenomeno della lattescenza delle acque del Sele il Movimento Caposele Cinquestelle dichiara: <<Chiediamo con urgenza che le autorità preposte diano risposte concrete su cosa sta ancora succedendo nel nostro fiume. L’amministrazione Comunale di Caposele è l’unico ente che ha dato parere favorevole alla costruzione della Pavoncelli bis, tralasciando la delicatissima questione ecologico-ambientale>>.
di Paola De Stasio
Il Mattino di Avellino 17.01.2014
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