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Depurazione, l’inchiesta si allarga. Si indaga anche sul fiume Sele.

fiume_sele1Aperto un fascicolo, avviso di garanzia per il sindaco di Calabritto. Il comune non ha mai avuto un impianto in dotazione

Avellino – L’avviso di garanzia a carico del sindaco di Calabritto è stato notificato ben sei mesi fa. Come per il sindaco di Montella, l’operato di Gelsomino Centanni è stato oggetto di indagine a causa del depuratore comunale e della stretta correlazione che insiste fra la depurazione e l’inquinamento dei corsi fluviali. Non è stato solo l’inquinamento del Fiume Calore dunque a finire sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti di Benevento e poi, in un secondo momento, di Avellino, ma anche il Fiume Sele. Su quest’ultimo, vista la notifica giunta al sindaco Centanni, si presume che sia stato aperto un fascicolo di indagine da parte della Procura di Sant’Angelo dei Lombardi, oggi accorpata con Avellino. Sebbene oggetto dello stesso provvedimento, i due sindaci altirpini vengono chiamati in causa per motivazioni diverse. Mentre al sindaco Ferruccio Capone si rileva l’inadeguatezza dell’impianto comunale, sottodimensionato rispetto all’utenza; al sindaco Centanni viene contestata la totale assenza di un impianto di depurazione in grado di servire il comune di Calabritto, ragion per cui, si sversa direttamente nel Fiume Sele. “A trent’anni dal sisma del 1980 Calabritto non ha ancora un depuratore, e a poco o a nulla sono serviti i solleciti in Regione e all’Ato per porre rimedio a questa situazione” ha spiegato Centanni. “Giunta la notifica ho presentato da subito una mia memoria difensiva alla Procura di Sant’Angelo, evidenziando che il Comune si è sempre impegnato nella ricerca di fondi per la costruzione di un depuratore”. In ultimo, infatti, il Comune ha presentato un progetto a valere sui fondi Pon Fesr 2007/2013 sull’Accelerazione di Spesa, senza tralasciare però, la polemica in corso con l’Asi per l’ampliamento del depuratore dell’area industriale di Calabritto- Senerchia. “Il Comune non ha mai avuto il permesso di utilizzare quel depuratore, nonostante non ne avessimo uno in dotazione. Ora si pensa addirittura di ampliare quello esistente, ma non a vantaggio nostro”. Altro nodo irrisolto, la possibilità riscontrata per la Provincia di Salerno di ottenere finanziamenti per la depurazione, una possibilità non replicata per la Provincia di Avellino. “Noi facciamo riferimento all’Ato di Salerno, che dovrebbe gestire anche la depurazione, ma non avviene. Ci troviamo in una condizione sfavorevole, che dovrebbe essere presa in carico da un coordinamento territoriale. Mantenere la gestione della depurazione da parte dei singoli comuni deve essere superata: bisogna fare fronte comune”.

di Elisa Forte
Ottopagine 29.12.2013

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