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Petrolieri contro gli enti: «Intralciano le ricerche»

Passera d’accordo. Al Senato: ‘Trivellazioni oltre i veti locali’

Avellino- All’assemblea nazionale dell’Unione Petrolifera l’allora Ministro dello Sviluppo Economico Claudio Scajola indicò nel rilancio della “esplorazione e produzione dell’olio e del gas in Italia il punto basilare della pianificazione energetica”. Il 18 giugno 2008 delineò la nuova strategia nazionale del governo Berlusconi, un mix di nucleare, idrocarburi nazionali e pochi incentivi per le fonti rinnovabili. Il suo successore ora non solo prosegue su quella linea, ma accoglie l’appello dei petrolieri contro gli enti locali…

Intervenendo nella Commissione?industria del Senato, il Ministro Corrado Passera ieri sera, nel corso della sua audizione sulla strategia energetica nazionale (al centro di consultazioni fino al 30 novembre prossimo), ha sposato in pieno la linea dell’Unione petrolifera. Dopo aver relazionato sui singoli aspetti del Piano, chiarendo la necessità di ridurre le costose importazioni di petrolio e gas dall’estero, attingendo alle riserve nazionali per garantire il fabbisogno, ha fatto propria, con forza e chiarezza, la stessa istanza venuta dai petrolieri, accentrare la titolarità della responsabilità decisionale in campo energetico.

«Abbiamo fatto una proposta di riforma del Titolo V della Costituzione per chiarire che sulle infrastrutture di carattere e valenza nazionale ci deve essere un maggior ruolo dello Stato centrale», ha eloquentemente affermato. «Non è possibile che operazioni fondamentali per il Paese siano bloccate dal singolo Comune», ha aggiunto, certo non sfoderando la sua migliore capacità diplomatica, di fronte ai senatori presenti. Nelle loro osservazioni a proposito della Sen (strategia energetica nazionale), nel corso dell’incontro tenuto presso il Mise il 12 novembre scorso, i petrolieri nella sostanza avevano espresso la stessa posizione, invocando modifiche costituzionali per spianare la strada alle trivelle.

«L’attuale riparto delle competenze tra Stato e Regioni sull’energia, sebbene in parte recentemente rivisto, rende frammentato il quadro di riferimento entro cui gli operatori sono chiamati ad investire, con ritardi nella realizzazione delle infrastrutture energetiche necessarie al Paese», si legge testualmente nel paragrafo conclusivo delle osservazioni prodotte. «Un intervento urgente di revisione del Titolo V è pertanto non solo auspicabile ma inderogabile».

Se il Ministro ha sul piano ambientale mostrato timidi cenni di comprensione e apprezzamento per le tesi di chi chiede di “frenare ipotesi di trivellazioni off-shore o sulla terra ferma a prescindere dagli equilibri geologici”, l’accentramento dei poteri a Roma sul piano energetico resta la chiave per “valorizzare riserve di gas e petrolio, facendo investimenti, dando occupazione con un bassissimo impatto ambientale perché molti di questi», ma non tutti, «sarebbero in aree già occupate da queste attività». Passera ha confermato quanto già anticipato da Ottopagine nelle scorse settimane: il Piano sarà pronto entro la fine dell’anno, per essere attuato dall’inizio del 2013, ben prima che le urne consegneranno ad altri la responsabilità di governo.

Ministro e petrolieri appaiono quindi determinati a fronteggiare la forte resistenza che nel Paese, non solo in Irpinia, si sta registrando di fronte all’ipotesi di martoriare con trivelle e raffinerie l’ubertoso ma fragile territorio italiano, ponendolo alla stregua delle distese desertiche del Texas o dei Paesi arabi. E mentre ieri al Cnr è stato presentato il progetto ‘Vigor’ per lo sfruttamento geotermico del calore sotterraneo nel Mezzogiorno (riguardante anche il comprensorio attorno a Guardia-Sant’Angelo dei Lombardi), l’Ordine dei geologi raccomanda questa ipotesi, preferendola all’impatto che petrolio e gas avrebbero sulle falde idriche delle zone interne. La geotermia può essere per i geologi una grande opportunità economica: «Le stime, anche quelle più prudenti, rilevano che nel settore potrebbero essere attivati investimenti al Sud per circa un miliardo di euro nell’arco del prossimo decennio».

Christian Masiello

ottopagine

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