Acqua Evidenza

Pavoncelli bis, schiaffo all’Ato 1

sorgenti cassano irpinoNel maggio del 2012 gli assessori regionali all’ambiente di Puglia e Campania Romano e Amati si erano incontrati nella Capitale per firmare l’intesa sull’aumento dei prelievi idropotabili in Alta Irpinia. La coincidenza tra le due date, la pubblicazione dell’appalto sulla Gazzetta Ufficiale e il pre-accordo idrico bilaterale, sollevò un polverone in Campania e, soprattutto nelle zone interne. In Irpinia e Sannio si temevano le conseguenze di un’intesa tra Napoli e Bari finalizzata a spartire tra i due territori il patrimonio idrico dell’intero Ato 1, alimentato dai Picentini. Oggi, nelle ore successive alla inaugurazione del cantiere, insediato dal raggruppamento guidato dalla Vianini Lavori spa, le nuove polemiche legate al raddoppio della Pavoncelli altrettanto roventi divampano in un clima diverso a Napoli, dove amministratori locali e regionali devono fare i conti con la psicosi (amplificata dai media) che la Terra dei fuochi ha prodotto nell’opinione pubblica e tra i consumatori di prodotti agricoli e di acqua. Temuta perché rende possibile in teoria l’aumento degli idroprelievi in Irpinia a beneficio della Puglia, la Pavoncelli bis potrebbe non bastare ai pugliesi per centrare l’obiettivo atteso (e contenuto nei pre-accordi del maggio 2012): l’incremento complessivo del 13 per cento rispetto all’attuale tetto (nella scheda a fianco c’è il riepilogo degli idroprelievi). Napoli ha bisogno di consolidare il suo approvvigionamento di acqua pura e al di sopra di ogni sospetto dall’Irpinia, ma anche dal Sannio, dove si punta a catalizzare acquiferi in passato sottovalutati. Dovrà quindi operare su due fronti. Da_DSC0844 un lato, garantendo controlli sulla quantità di acqua in transito attraverso la Pavoncelli bis (con l’affidamento ad una autorità terza della certificazione). Dall’altro ha la necessità di venire incontro alle richieste dell’Alto Calore Servizi e dell’Ato, che chiedono di mettere in sicurezza le reti fatiscenti. Ogni anno l’acquedotto irpino-sannita perde il 50 per cento dell’acqua sottratta agli equilibri ecologici. Per questo nelle ultime settimane sono arrivati segnali di discontinuità dalla Regione Campania nei confronti dell’Ato ‘Calore Irpino’, che in questi giorni ha alzato un poderoso argine contro le richieste di aumento dei trasferimenti idrici da Caposele, Conza della Campania e Cassano con il Piano d’Ambito, adottato dall’assemblea dei sindaci nel dicembre 2012 e ora giunto al traguardo della operatività (prevista nel gennaio 2014). La ‘guerra dell’acqua’, come l’ha ribattezzata lo scrittore Pino Aprile, in Irpinia e Sannio continuerà, al di là della cosiddetta ‘Pavoncelli bis’.

Articolo di Christian Masiello
Ottopagine 06.07.2013

 

Alto Calore, il pronto soccorso reti Emergenza acquedotti.

Chiesti da ATo e Acs 500 milioni alla Regione.
Le opere progettate e appaltate a Caposele sono quelle necessarie al completamento della ‘Galleria Pavoncelli Bis’ in prosecuzione di quanto già realizzato nel corso dei precedenti appalti. E’ prevista, in particolare, oltre alla Galleria alternativa alla Pavoncelli ed opere esterne connesse alla realizzazione del by-pass, la realizzazione della derivazione dalla condotta ‘Cassano’ e la collegata nuova centrale Idroelettrica nel Vallone delle Brecce. Si tratta del maggiore appalto pubblico del Mezzogiorno d’Italia, localizzato in Irpinia, sul confine con la Basilicata e Puglia, ma i benefici di questo intervento finanziato dal Cipe nel 2006 saranno tutti concentrati fuori dai confini dell’Ato 1. Oltre 170 milioni di euro investiti dallo Stato per opere idriche, mentre sullo stesso territorio gestori come l’Ato Calore Servizi sono costretti ad inventarsi un permanente ‘pronto soccorso’ tecnico per porre rimedio alle conseguenze che il dissesto idrogeologico produce su reti obsolete e ormai inefficienti per il 50 per cento, stando ai dati contenuti nel Piano d’Ambito del ‘Calore Irpino’. In queste stesse ore i tecnici dell’Ato Calore Servizi, in sinergia con i vigili del Fuoco di Benevento, lavorano costantemente per garantire l’erogazione idrica in 10 comuni del beneventano a causa del crollo parziale di un ponte. Occorre mezzo miliardo di euro per mettere in sicurezza un patrimonio acquedottostico decisivo per la sete di Napoli e della Puglia. Se non si abbatteranno le perdite idriche, Irpinia e Sannio dovranno imporre una riduzione dei trasferimenti, per salvare falde e fiumi.

Redazione
Ottopagine 06.12.2013

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