L’olio vegetale esausto finisce nell’ambiente direttamente dalle nostre cucine. Ed è proprio per evitare lo sversamento in fognatura che è nato il progetto pilota “Fai il pieno d’olio, nuova vita per l’olio di frittura”.
Padelle, friggitrici e fondi dei vasetti e delle scatolette sottolio: sono queste le principali fonti attraverso le quali l’olio vegetale esausto finisce nell’ambiente direttamente dalle nostre cucine. Ed è proprio per innescare un sistema virtuoso che consenta di evitare tale sversamento in fognatura che è nato “Fai il pieno d’olio, nuova vita per l’olio di frittura”, un progetto pilota che vede coinvolte Regione Lombardia, Provincia di Milano, Provincia di Monza e Brianza, cinque Comuni della Martesana, Fondazione Idra, Cem Ambiente Spa e diverse aziende locali.
L’iniziativa riguarda i comuni di Bellinzago Lombardo, Cambiago, Cavenago Brianza, Gessate, Pozzuolo Martesana (circa 12.000 utenze per 34 mila abitanti) e prevede la raccolta dell’olio attraverso una tanichetta che verrà distribuita alle singole famiglie, le quali potranno consegnarlo presso l’isola ecologica appositamente predisposta. In altri casi è previsto il ritiro dell’olio tramite ecomobili messe a disposizione da Cem Ambiente Spa, che prevede il passaggio, con cadenza quindicinale, di un automezzo autorizzato nei punti strategici del Comune o altrimenti attraverso la raccolta porta a porta nei condomini, con conferimento mensile tramite bidoni da 30 litri. L’olio recuperato sarà poi trasportato in un impianto di raffinazione e trasformato in biodiesel da utilizzare sugli stessi mezzi di raccolta, anche se, come fa notare la Fondazione Idra, uno dei principali partner del progetto, gli utilizzi dell’olio vegetale esausto sono diversi: come ad esempio generare energia attraverso impianti di cogenerazione o produrre lubrificanti, asfalti, bitumi e prodotti chimici industriali. Il progetto avrà una durata di 18 mesi e al termine della prima fase pilota i Comuni passeranno al consolidamento del servizio vero e proprio. “Una volta conclusa questa sperimentazione” ha spiegato Claudia Maria Terzi, assessore all’Ambiente, Energia e Sviluppo sostenibile della Regione Lombardia “mi auguro che potremo estendere il progetto ad altre zone”. Secondo i dati della Fondazione Idra, con il servizio a pieno regime, nelle zone inizialmente interessate si potranno raccogliere circa 25-30 tonnellate totali di olio, che produrranno 40 mila kwh di energia elettrica e 43 mila kwh di energia termica, in grado di fornire elettricità a una scuola elementare locale per un anno e di contribuire al 10% del suo riscaldamento.Il problema dello sversamento dell’olio vegetale esausto nelle fogne è piuttosto serio. Secondo le stime del Ministero della Salute, ogni anno vengono utilizzate 1,4 milioni di tonnellate di oli vegetali, con un consumo medio procapite di 25 chilogrammi. Di questa quantità, circa il 20% viene riversato nell’ambiente (intorno alle 280.000 tonnellate) e proviene per il 57% da utenze domestiche. Calcolando che meno del 10% di questi rifiuti domestici vengono conferiti presso l’isola ecologica, risulta che ogni anno finiscono nel sistema fognario circa 160 mila tonnellate di olio pari a 2,67 chilogrammi procapite. La principale criticità di questo fenomeno consiste, infatti, nell’immissione dell’olio nella rete fognaria con il conseguente impatto negativo sulle condotte e sugli impianti di depurazione. Inoltre l’olio esausto disperso nel sottosuolo deposita un film sottilissimo nel terreno, impedendo l’assunzione delle sostanze nutritive da parte delle piante, mentre se raggiunge la falda acquifera può compromettere la potabilità dell’acqua, anche in pozzi molto profondi.
di Emiliano Angelelli
La Stampa.it