La denuncia dei giorni scorsi del nostro giornale. Ieri l’allarme dei pescatori del gruppo “Grasso”. L’intervento delle Guardie Ambientali. Un danno enorme per l’intero ecosistema ambientale.Diverse ipotesi sulle cause del possibile inquinamento e avvelenamento della fauna ittica.
Un vero e proprio disastro è accaduto nelle ore scorse a carico del fiume Sele, sono state ritrovate un centinaio di trote morte lungo l’alveo da un gruppo di pescatori che hanno dato l’allarme. Il gruppo Attivo “Luciano Grasso” di Caposele ha immediatamente avvertito il Corpo Forestale dello Stato, le Gav (Guardie Ambientali Volontarie) e l’Ente riserva Sele Tanagro Monte Eremita Marzano. E’ inoltre intervenuta l’ASL su segnalazione della Polizia Forestale. “Abbiamo recuperato circa un centinaio di trote” ci dicono le Guardie Ambientali “tantissime altre sono state portate via dalla corrente, altre ancora erano adagiate sul fondale in posti inaccessibili, speriamo che non siano nocive agli altri animali che ne potrebbero mangiare le carcasse”. Il ritrovamento di diversi esemplari di trota Fario, la tipica trota del Sele, molti adulti riproduttori, è avvenuto nella mattinata di lunedì nella zona Località Santa Caterina, un danno enorme arrecato all’eco sistema. Le cause del disastro potrebbero essere attribuite agli sversamenti dei giorni scorsi in località Tredogge quando un gruppo di cittadini si accorse che il Fiume si era tinto di bianco. La notizia fu prontamente denunciata su una pagina del Movimento Cinque Stelle di Caposele e immediatamente fece il giro del web, il breve annuncio dei Cinquestelle era corredato da foto molto convincenti che mostravano lo stato delle acque del fiume. L’Associazione “Uniti nella Valle”, organismo che raccoglie decine di associazioni ambientaliste e culturali dell’Irpinia, della Valle del Sele, del Tanagro e degli Albruni presentò venerdì scorso una richiesta al Sindaco di Caposele di accertamento ufficiale sulle cause del recente intorbidamento delle acque nell’alveo del fiume Sele. Ora non possiamo con certezza affermare che ciò che è accaduto sia da ricollegare agli sversamenti dei giorni scorsi, tuttavia c’è da considerare che le trote ritrovate risulterebbero morte da due o tre giorni, visto il loro stato di decomposizione, in concomitanza della comparsa delle acque lattiginose. Inoltre, da un primo accertamento effettuato dall’ASL, sembrerebbe che la morte sia avvenuta per avvelenamento da materiali litoidi e calcarei nelle branchie. Anche in questo caso non è facile attribuire colpe, anche se le foto mostrano che l’acqua biancastra proviene dal luogo ove è situato il cantiere della Pavoncelli. Ma il giorno stesso in cui si verificarono i primi fenomeni, il consigliere Comunale delegato alla Pavoncelli, al quale furono mostrate le foto dell’acqua dal colore opaco, da parte del Movimento Uniti nella Valle, minimizzò dicendo che si trattava di cose che possono accadere durante i lavori e che l’acqua si possa intorbidire a causa dei cascami pietrosi e terrosi. Intanto, l’Architetto Maria Grabriella Alfano, Presidente dell’Ente Riserve Naturali Foce Sele, Tanagro, Monti Eremita e Marzano, ha dichiarato al nostro giornale: “Il danno è gravissimo per l’intera area fluviale, è un atto criminale perpetrato ai danni di un intero ecosistema e per i cittadini, perché non sappiamo quali saranno le conseguenze di tale fenomeno. Ci siamo immediatamente attivati, ho inviato sul posto il dottor Francesco Pecoraro, responsabile dei servizi tecnici del nostro Ente, che mi ha immediatamente informata su quanto accaduto, consegnandomi relazioni e foto. Mi sono attivata per segnalare l’accaduto ai Reparti di vigilanza ambientale dei Carabinieri e della Polizia Forestale. Inoltre o inviato una mia segnalazione alla procura della Repubblica, affinchè si faccia luce sulle cause della moria di trote e se ne individuino i responsabili. Le Riserve Naturali Foce Sele-Tanagro e Monti Eremita-Marzano” continua Alfano “si estendono per quasi 10mila ettari lungo la fascia litoranea che fiancheggia la foce del fiume Sele. L’area protetta interessa 39 comuni; si tratta di un territorio vastissimo caratterizzato da qualità ambientale elevata, riconosciuta perfino a livello europeo, come testimoniano la presenza al suo interno dei siti di importanza comunitaria (SIC), abbiamo grandi difficoltà nel tutelare tanto territorio di così valida importanza dal punto di vista naturalistico. Esigo che su questa cosa sia fatta luce, chiederemo i danni a chi è responsabile, pur sapendo che qualsiasi risarcimento non potrà mai ripagarci del danno subito”.
di Mino De Vita
Ottopagine 08.10.2013