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Elettrodotto, petrolio, Pavoncelli comitati e associazioni incalzano.

IrpiniaDopo il sequestro della Procura, si va a nuove iniziative.

Ambiente, aggredito, ambiente da difendere, le aggressioni arrivano da più parti, dal sottosuolo e dalla superficie. Si chiamano trivellazioni petrolifere, o elettrodotti, le due emergenze del momento. Di fatto sono aggressioni che trovano l’impedimento da parte delle comunità e delle associazioni e comitati, e nel caso dell’Irpinia sono davvero tante. Moltissimi gruppi che ringraziano la magistratura irpina e le forze dell’ordine per il lavoro incessante che stanno portando avanti, e si sta parlando, in particolare, del sequestro dell’elettrodotto.
Comitati e associazioni sentono di dover rispondere al lavoro della Procura di Avellino, per la risposta che è stata data loro rispetto alle mobilitazioni e all’impegno che sono stati spesi nel tempo. <<I cittadini hanno ora maggiore fiducia e rinnovano l’impegno nel segnalare gli attentati alla salute degli abitanti e alla bellezza del territorio – dicono i responsabili della associazioni e dei comitati sul territorio irpino –
Non passeranno le trivelle nelle viscere della nostra terra. Ad amministratori e sindaci i Comitati chiedono di aprire gli occhi: il vero ‘petrolio’ è nell’acqua pura delle nostre sorgenti; è nel vino docg che centinaia di aziende sane producono con sacrificio sulle nostre colline; è nei nuovi frutteti di centinaia di contadini che stanno lavorando con Zuegg; è nelle nuove piantagioni di grano ‘senatore Cappelli’ che Pasta Baronia e Gal stanno sostenendo. I sindaci ‘intelligenti’, insieme a cittadini e associazioni, sono chiamati non solo più a ‘proteggere’ ma soprattutto a ‘promuovere’ il territorio: tutela, agricoltura e turismo per il futuro dei territori dell’Appennino interno e per l’Irpinia.
Ribadiamo pertanto un secco e convinto NO alla centrale che brucia olio di palma a Sant’Angelo dei Caposele - Pavoncelli BisLombardi; riaffermiamo che il raddoppio della Pavoncelli è un danno geologico-ambientale per le nostre sorgenti; diciamo NO all’esperimento degli accumulatori elettrici che Terna sta per interrare a Flumeri; diciamo basta ai cimiteri di croci che gli affaristi dell’eolico continuano a piantare sui crinali delle nostre montagne; chiediamo di fermare i nuovi elettrodotti dei Picentini, tra Deliceto e Bisaccia, tra il Goleto ed Avellino.
Chiediamo nell’immediato, ai Ministeri dell’Ambiente e dei Beni Culturali e Paesaggistici, alle Soprintendenze locali, la tutela della acqua pubbliche, la bonifica delle micro-discariche sulle nostre montagne e il vincolo paesaggistico diffuso sui territori rurali e collinari d’Irpinia>>.
E’ questo il manifesto ecologista prodotto da decine di associazioni di tutta la provincia. Le firme infatti non sono solo di gruppi altirpini. Ed è per questo che il manifesto ha ancora più senso, con la promessa, tra l’altro, di ritrovarsi sabato prossimo, quindici novembre, ore sedici a Taurasi: si riunirà la rete Faa, ovvero il Forum Ambientale Appennino. Si discuterà di tutto quanto finora accennato, e si metteranno in camp eventuali altre iniziative utili a ricordare che l’ambiente ci appartiene, e no va trattato come un’area da colonizzare.

Redazione
Il Quotidiano del Sud 09.11.2014

 

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