Acqua Evidenza

La Regione: acqua pubblica gestita con i privati

MontellaIl disegno di legge dopo il monito dell’Ue: senza una nuova organizzazione stop ai fondi Por

Dalla Regione Campania tendono a minimizzare. Il riordino del servizio idrico servirà sostanzialmente a non disperdere risorse europee, così come più volte è accaduto in passato (ed è stato sottolineato <<in blu>> dai richiami che sono arrivati da Bruxelles a Napoli). <<Servirà anche a razionalizzare la gestione in termini industriali>>, fanno sapere da Napoli. Il che significa via libera ai privati. Come più volte denunciato dai comitati per l’acqua pubblica soprattutto a Napoli. Ma anche in questo caso dalla Regione l’arrivo dei privati non è visto come un tabù. <<I privati potranno operare nella gestione della distribuzione delle acque fatta salva la natura “pubblica” del bene. In sostanza si darà spazio, come accade nel resto dell’Europa alle imprese specializzate, capaci di non disperdere risorse, fornire un servizio di livello internazionale, ma che potranno operare in cogestione con le imprese già esistenti. In sostanza si darà il via, una volta che gli Ato ci saranno, a gare di evidenza pubblica e su base europea per la gestione delle acque>>.
Semplificando, non ci sarà più l’Alto Calore? <<Non è detto, dato che il gestore potrà vincere la gara o partecipare in associazione con partner tecnici alle gare per la gestione>>, dicono gli esperti. Data la delicatezza delle questioni, in campo l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano si limita a discuterne con un consigliere regionale (Sergio Nappi) che domani riceverà nel suo ufficio, evitando di rilasciare dichiarazioni ufficiali. E i comuni, gli enti locali come Caposele ad esempio o Montella e Cassano e la stessa Serino che hanno nei loro territori fonti idriche cospicue che poi vengono destinate alla Puglia o al capoluogo di regione? Avranno dei benefici sotto forma di royalties da coloro che gestiranno le fonti? <<In sostanza – fanno sapere dalla Regione -, tutto rimarrà invariato. Se ci sono usi locali o benefici per le popolazioni o gli enti locali che fanno manutenzione alle fonti, che devono sottostare a dei vincoli, continueranno ad esserci delle “attenzioni” sotto forma di canoni attenuati ad esempio o ristori>>. E come si spiega quell’accorpamento tra territori così distanti tra di loro in cui in un indistinto Ambito territoriale ottimale c’è chi detiene le sorgenti e chi fa semplicemente uso delle acque? Dalla Regione è vano attendere posizioni ufficiali in questa fase. <<Dato anche che si Caldorotratta di un Ddl che andrà limato in aula>>, ma si fa l’esempio della gestione degli scarichi su cui non s’è andati troppo per il sottile nella distinzione tra chi produceva e chi smaltiva. <<L’Irpinia e il Sannio sversano nel Volturno (attraverso il Sabato e il Calore) i propri scarichi, non si è mai sentito che i territori limitrofi ai corsi d’acqua, che subiscono il carico del refluo, abbiano sollevato la questione>>, fanno sapere i tecnici regionali. L’assessorato all’Ambiente a quello ai lavori pubblici, facenti capo a Giovanni Romano e Edoardo Cosenza sono quelli maggiormente interessati alle novità che la nuova legge, una volta approvata, introdurrà. In realtà l’assessorato di Cosenza, che già tre anni fa aveva studiato una bozza di disegno di legge, ha poi trasferito le competenze all’assessorato all’Ambiente. Su pressione dell’Unione europea si è arrivati, anche se dopo tre anni, alla stesura del disegno di legge da approvare. <<Appunto siamo alla fase di un disegno di legge che andrà approvato>>, dice un dirigente regionale. E’ proprio la discussione in consiglio regionale che determinerà una sterzata rispetto al disegno di legge pubblicato sul Burc.
Niente paura Irpinia, ma non è nemmeno il caso di rilassarsi. Già la difficoltà a rintracciare l’allegato A del Ddl, quello con la ripartizione territoriale dei comuni campani nei tre Ato che nasceranno aveva messo un po’ tutti in preoccupazione. Quando poi si è visto che l’Ato 3 ricomprende Caposele insieme ai comuni della provincia di Salerno e il resto della provincia va con Benevento, allora la questione è apparsa agli osservatori (gli ultimi in ordine di tempo gli autoconvocati del Goleto che sabato hanno concluso i loro lavori) come una spia di allarme. La ripartizione mette Serino nell’Ato 1 con Avellino e Benevento. Ma Senerchia, Calabritto e Caposele sono con l’Ato 3 prevalentemente composto da comuni del Salernitano. Ci sono poi delle incongruenze come Solofra con Avellino e Benevento e Montoro con Napoli e Caserta (Ato 2). Ma, si sa, è solo un disegno di legge.

Gianni Colucci
Il Mattino di Avellino 23 settembre 2013

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