Energia

Trivelle facili, primo stop

Petrolio territorioAvellino – Il clima di tensione che domina in queste settimane l’ambiente dei petrolieri e degli investitori minerari comincia a trovare le prime importanti giustificazioni. Dopo aver meditato e approfondito il contenuto delle audizioni in Commissione Ambiente al Senato, il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha firmato un clamoroso decreto di riordino delle zone marine aperte alla ricerca e coltivazione di idrocarburi. Il provvedimento ministeriale «dimezza le aree complessivamente aperte alle attività offshore, che passano da 255 a 139 mila chilometri quadrati, spostando le nuove attività verso aree lontane dalle coste e comunque già interessate da ricerche di Paesi confinanti, nel rispetto dei vincoli ambientali e di sicurezza italiani ed europei», si legge nella nota del Mise. Significative le dichiarazioni rese dal Ministro nel commentare il decreto: «Con questo provvedimento sosteniamo lo sviluppo delle risorse nazionali strategiche, concentrando le attività di ricerca e sviluppo di idrocarburi in poche aree marine a maggior potenziale e minor sensibilità ambientale», ha spiegato, introducendo un elemento finora rimasto fuori dalla Strategia Energetica Nazionale, la ‘Sen’, la sostenibilità ambientale. La notizia del decreto ha rilanciato le speranze di un intervento anche sulle ricerche già autorizzate a terra, in particolare lungo la dorsale appenninica. In vista della discussione alla Camera della interpellanza urgente presentata dal deputato Pd Luigi Famiglietti e da un’altra quarantina di parlamentari, tra irpini e colleghi del Pd, la linea del ministro Zanonato incoraggia le tesi di chi in questi mesi ha opposto alla prospettiva di una industria mineraria nel Cratere, teatro del sisma di trentadue anni fa e di molti altri negli ultimi quattro secoli, le ragioni della sicurezza ambientale. In questo senso, ora si attende la calendarizzazione della discussione alla Camera della interpellanza, prevista entro la fine di settembre, quando il Ministro dell’Ambiente dovrà precisare la linea del governo sia nel merito dell’interesse idrico strategico nazionale in Irpinia, che sul rischio sismico in Alta Irpinia e nell’Ufita.

di Christian Masiello
Ottopagine

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