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Parlamento pulito: non c’è urgenza tranne che per M5S

Costruzionismo 5 stelleBOCCIATA LA RICHIESTA GRILLINA DI UNA CORSIA PIÙ RAPIDA PER L’INCANDIDABILITÀ. PROVE GENERALI PER SALVARE B.?

 Eccolo l’ultimo vergognoso regalo agli italiani di Pd, Pdl e tutti gli altri partiti del sistema dalla Lega a Scelta Civica; hanno negato in Senato, nell’ultimo voto prima della pausa estiva, la procedura d’urgenza al progetto di legge 452 Parlamento Pulito”, ha attaccato, ieri a palazzo Madama, il capogruppo M5S Nicola Morra. Perché è successo proprio questo: davanti alla possibilità di dare la precedenza ad una modifica della legge elettorale prevedendo l’incandidabilità per i condannati, il Senato ha alzato gli scudi. A parte Sel.
IL QUADRO che si è presentato ieri a Palazzo Madama, in realtà, aveva tutto il sapore di qualcosa di diverso rispetto al semplice rigetto della legge. Era una prova generale di un voto più delicato, quello che ci sarà verosimilmente ai primi di ottobre, forse anche prima se la Giunta per le Immunità terminerà rapidamente il suo lavoro. Per la decadenza di Silvio Berlusconi si voterà a scrutinio segreto, visto che basta la firma di 20 senatori per dare il via alla richiesta. E ci sono già. A quel punto, altri equilibri entreranno in gioco, soprattutto quello della sopravvivenza del governo; con un Berlusconi “decaduto” e di conseguenza incandidabile in virtù sempre della legge Severino del 2012, la tenuta del governo Letta sarebbe indubbiamente compromessa. Diverso, invece, se nel segreto dell’urna qualche mano amica si potesse, come già si prevede, per votare no alla decadenza anche dai banchi di chi, ufficialmente, giura che non lo farà mai.
NEL MIRINO dei boatos parlamentari d’agosto, sul banco degli imputati ci sono soprattutto il Pd e Scelta Civica. I democratici sono fortemente a rischio tenuta sul voto segreto, meno – molto meno – in Giunta per le Immunità dove il diktat di Epifani (“Il Pd voterà l’incandidabilità di Berlusconi”) dovrebbe reggere. Per Scelta Civica, già tormentata e in via di scissione, poi, il problema è soprattutto di prospettiva. “Ma ce lo vedete uno come Casini – ragionava ieri ad alta voce un senatore pidiellino di rango – che vota per la decadenza di Berlusconi? E se volesse tornare nel centrodestra, chi pensa che gli riaprirebbe la porta, casomai con Marina nuovo leader?”. Ecco, ci sono anche questi calcoli sul piatto politico del voto segreto contro l’ex Cavaliere di Arcore.
MA QUALI sono i numeri che potrebbero garantire a Berlusconi almeno una speranza di salvezza? Gli servono almeno 32 senatori in più (molti, quindi) rispetto a quelli di Lega (16), Gal (10), Pdl (91) e (forse) i senatori delle autonomie (10) che in totale sono 127. Dall’altra parte, sulla carta “contro” Berlusconi sarebbero il Pd (108), il M5S (50) e il gruppo misto (12), per un totale di 170. Con Scelta Civica che vota, compatta, in questa “squadra”, il numero dei senatori per la decadenza salirebbe a 190 e non ci sarebbe partita.
Ma se, come viene ventilato, le ragioni del governo (ma anche altre, di equilibrio “di sistema” in assenza di un’alternativa senza passare per il voto) dovessero essere preponderanti, ecco che le fratture comincerebbero a emergere. Per ipotesi; se 12 senatori montiani con una ventina di eletti del Nazareno decidessero di astenersi (che al Senato è considerato voto contrario), allora si assisterebbe ad un ribaltamento della situazione; a favore della decadenza di Berlusconi sarebbero 158, contro 159. Con l’incognita, ovviamente, delle assenze.
Un voto, comunque, sul filo di lana, ma che va oltre – molto oltre – la semplice sorte parlamentare del pregiudicato Berlusconi. E su cui è davvero un azzardo fare qualsiasi scommessa.
di Sara Nicoli
Il Fatto Quotidiano 09.08.2013

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