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Il Fisco contro il risparmio

redditometro_2013Il Fisco è contro il risparmio, con il redditometro devi rendere conto anche delle spese non coperte dal reddito annuale. Ma non è il cittadino che deve dimostrare allo Stato come spende i suoi soldi, ma è lo Stato che deve spiegare,al centesimo, al cittadino come spende i soldi delle sue tasse. Il redditometro, una mostruosità, va abolito insieme ad Equitalia. Prima è, meglio sarà per tutti.

 

da Brunoleoni.it
“La circolare con cui, pochi giorni fa, l’Agenzia delle entrate ha reso operative le norme sul nuovo redditometro non contiene indicazioni particolarmente significative rispetto a quanto già non sapessimo dal testo della legge e del decreto attuativo. Sapevamo già che da un lato il nuovo redditometro è più severo del precedente, dal momento che lo scostamento tra reddito dichiarato e spese presunte si riduce da un quarto a un quinto, che è sufficiente che lo scostamento si verifichi per un solo periodo di imposta, anziché due, e che si ritiene che le spese siano sostenute con redditi dell’anno in corso, come se il risparmio non esistesse; dall’altro lato, più garantista nel valorizzare il contraddittorio presso gli uffici dell’agenzia, evenienza tuttavia necessaria data la mole e l’importanza delle presunzioni introdotte.
Erano note anche le tipologie di spese che finiscono sotto lo sguardo dell’Agenzia e come si calcolano induttivamente in mancanza di dati certi, provenienti, ad esempio, dall’anagrafe tributaria o dimostrati dal contribuente. Sapevamo pure che il nuovo redditometro segna la mortificazione del risparmio, quell’attitudine costituzionalmente tutelata che ha evitato finora di individuare una nuova Bastiglia da assaltare.
La circolare, quindi, conferma lo spirito e la ratio che hanno animato il legislatore nella perenne lotta al fantasma dell’evasore, contribuendo a delinearne il profilo: un uomo qualsiasi; un piccolo borghese che si ricorda, bontà sua, di detrarre le spese farmaceutiche dai redditi imponibili e che si premunisce per i tempi duri con una polizza sanitaria. Gente di cui l’Italia è piena, che ha un abbonamento alla stagione teatrale per trascorrere qualche serata diversa, o che si allieta voltairianamente nella cura del proprio orticello (piante e fiori sono elemento indicativo di capacità contributiva per la categoria tempo libero, cultura e giochi). Uomini qualunque, di quelli che ancora per poco avranno la forza morale e economica di foraggiare questo Stato vorace, che da loro tutto vuol sapere, compreso quante volte al giorno chiamano i loro figli (v. voce “spese telefono”), ma che a loro nessuna spesa deve giustificare.
Come si è detto, gli effetti di questo redditometro andranno valutati una volta che sarà utilizzato, dal momento che molto dipenderà dall’uso che l’Agenzia ne farà. Accantonando il fatto che già questa discrezionalità, per non dire alea, è di per sé inquietante, ciò che più inquieta è che in un sistema fiscale da Ancien Régime, in cui una pressione insopportabile sta schiacciando imprese e famiglie, la vite della vessazione giri ancora una volta intorno alla gola del contribuente: sono le sue spese ancora una volta ad essere messe in discussione, mai quelle dello Stato o chi per esso.
Per l’Agenzia delle entrate, questi uomini di medie qualità, così simili l’uno all’altro nei gusti, nei comportamenti e nelle priorità, al punto che ad ogni comportamento di spesa è assegnato un valore medio come se non esistessero le preferenze individuali, sono evasori “salvo prova contraria”, nemici dello Stato, spettri a cui dare la caccia a scopo dimostrativo, perché tutti imparino non più che le tasse sono una cosa bellissima, ma che le spese e i risparmi sono una cosa bruttissima.”

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