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NAPOLITANO ORDINA AL PDL: FATE I BRAVI FINO A OTTOBRE

Berlusconi_napolitanoBRUNETTA E SCHIFANI FALLISCONO. BERLUSCONI: SENZA GRAZIA SCELGO IL CARCERE.

Va in scena l’imbroglio (copyright il Giornale) parte seconda? Ossia l’illusione di un salvacondotto o grazia che sia per il Cavaliere Condannato? Nelle concitatissime riunioni di queste ore, l’ala dura del Pdl, quella intransigente dei falchi, ha sbattuto in faccia a B. il racconto di una cena di poche sere fa in Trentino Alto Adige. A tavola il capo dello Stato e sua moglie Clio, in vacanza lì, con la compagnia di alcuni amici. Questa la versione riferita al chiuso di Palazzo Grazioli: “Presidente non t’illudere un’altra volta, Napolitano non ti darà mai la grazia. Senti cosa è successo”. In pratica, la moglie Clio parlando di un provvedimento di clemenza per Silvio Berlusconi, dopo la sentenza del Primo Agosto, avrebbe detto agli altri commensali. “Giorgio non darà mai la grazia a Berlusconi, altrimenti a quel punto dovrà scegliere tra me e la grazia” . Il racconto ha l’obiettivo di demolire la missione che i due Renati capigruppo del Pdl in Parlamento, Schifani (Senato) e Brunetta (Camera), hanno compiuto ieri a mezzogiorno al Colle.
ALMENO in questo, le versioni di falchi e colombe filogovernative coincidono: il colloquio sarebbe stato deludente. Napolitano avrebbe fatto melina deviando sulla riforma della giustizia (il “contentino” promesso dal Colle il giorno stesso della condanna di B.) e minacciando ancora una volta sulla legge elettorale. Morale: “Col Porcellum non vi mando a votare, su questo non transigo”. Quanto poi alla rosa delle “questioni prospettate” durante l’incontro, che il Quirinale fa sapere che “esaminerà attentamente” spicca soprattutto la proposta di Brunetta di sospendere, perché incostituzionale, la legge Severino su incandidabilità e decadenza di B. dal Senato. Poi ci sono la grazia tout court, l’ipotesi di commutare la pena in senso esclusivamente pecuniario, la richiesta di sospendere l’interdizione per salvare i diritti politici di B. e due azzardi notevoli: un’amnistia o una nuova formula dell’immunità parlamentare, che faccia decorrere l’esecuzione della condanna solo alla fine del mandato parlamentare.
Tutto questo sarebbe stato però ritenuto troppo aleatorio da Berlusconi, che prima ha visto Brunetta e Schifani reduci dal colloquio al Colle poi ha convocato un vertice con Alfano, Bondi, Verdini, la Santanchè, Gasparri. I sospetti dei falchi si sono concentrati subito sulle manovre dilatorie del Quirinale. Un attendismo per rimandare la questione all’autunno, chiudendo così la finestra elettorale per il voto anticipato e tenendo al tempo stesso Berlusconi a bagnomaria, in silenzio, per riottenere “l’agibilità politica”. In pratica, il sequel del primo “imbroglio” come lo chiamano i falchi, quando l’asse formato da Napolitano, Coppi (l’ultimo avvocato alla corte di B.), Gianni Letta e le colombe di Alfano ha imposto il basso profilo al Cavaliere prima della sentenza d’inizio agosto, nella speranza di un verdetto “politico” (annullamento con rinvio del processo diritti tv Mediaset). Addirittura le versione più hard riconducibili alle colombe, sul-l’eventuale clemenza del Colle, ribaltano i termini della questione: la grazia in cambio del ritiro definitivo dalla politica. Non quindi la grazia per ritornare a fare politica.
Ed è per questo che uscendo da Palazzo Grazioli, la Pitonessa Daniela Santanchè ha subito annunciato: “Il presidente Berlusconi non chiederà gli arresti domiciliari, né l’affidamento ai servizi sociali. Il presidente andrà in carcere e gli italiani devono saperlo, non accetterà nessun altro modo per espiare quella pena inflittagli da degli impiegati che hanno vinto un concorso facendo un compitino”. La linea del carcere non è una provocazione di giornata. Del resto lo stesso Berlusconi lo disse in un colloquio poi smentito con Maurizio Belpietro, direttore di Libero, la domenica precedente alla sentenza. Anche in quell’occasione fu Coppi a intervenire per smussare il tentativo smaccato di fare pressione sulla Suprema Corte. Stavolta il ricatto è diretto al Quirinale. Per la serie: “Tu prendi tempo, io non ci sto e vado a fare il martire in galera”. Elementare. Segno che Berlusconi non molla e affronterà questa battaglia in tutti i modi, nessuno escluso. Senza dimenticare che l’eventuale ingresso in carcere (contemplato dalla tanto citata ex Cirielli) può essere l’abbrivio per un provvedimento di grazia.
STAVOLTA Berlusconi tratterà in prima persona il suo destino, a differenza di quello che forse è accaduto alla vigilia del Primo Agosto. I falchi sibilano che “tra pochi giorni sceglierà se stare con noi o con loro”, cioè le colombe. Ma B. terrà d’occhio anche la “roba”, non solo la sua libertà personale. Anche ieri il titolo Mediaset è andato benissimo in Borsa. Dall’inizio dell’anno è aumentato del 120 per cento, di cui l’80 da quando c’è il governo Letta. Il conflitto d’interessi non risparmia neanche la tentazione di andare in carcere, scegliendo i falchi.
di Fabrizio d’Esposito
Il Fatto Quotidiano 06.08.2013

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