CAOS DI FINE ANNO IN PARLAMENTO PER MANOVRA E DECRETI: NE APPROFITTANO LE LOBBY, CHE PIAZZANO I LORO EMENDAMENTI.
BANCHE. Dopo la possibilità di scaricare le sofferenze in bilancio in cinque anni anziché in 18 e altre chicche, gli istituti di credito incassano pure un’aliquota di favore sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia (che è già un favore di per sé visto che si tradurrà in un deciso miglioramento della patrimonializzazione per gli azionisti e in un incasso di almeno tre miliardi e mezzo per le sole Intesa e Unicredit): l’aliquota a cui sarà tassata la plusvalenza non è stata fissata al 20 per cento (quella normale) e nemmeno al 16 (come previsto inizialmente), ma al favorevolissimo 12, meno dei titoli di Stato. Il gettito, corrispondentemente, passa da un miliardo e mezzo a 900 milioni al massimo.
CALTAGIRONE E ALTRI. Un emendamento della montiana Linda Lanzillotta – approvato in commissione e accantonato in aula mentre andiamo in stampa – prevede solo per la città di Roma l’obbligo di privatizzare le società municipalizzate e di mettere sul mercato nuove quote di Acea (al momento il comune detiene il 51 per cento e il socio più forte è Francesco Gaetano Caltagirone con circa il 16) “limitandosi a mantenere la quota di controllo” e pure, però, a prevedere una bella sfoltita al personale. Ignazio Marino ha passato la giornata di ieri a radunare le truppe. Alla fine ha avuto l’aiuto autorevole del viceministro dell’Economia, Stefano Fassina (Pd): “È un intervento ideologico e propagandistico. Va cancellato”.
LOBBY DEL GIOCO. I concessionari delle slot si erano un po’ spaventati per le scelte di comuni come Milano che tentavano di porre un freno alla diffusione del gioco nei locali pubblici. Niente paura, ci pensa il Nuovo centrodestra in Senato: un loro emendamento avverte regioni e enti locali che, in caso di mancati introiti da gioco dovuti a loro iniziative legislative, subiranno un corrispondente taglio ai trasferimenti statali. Non solo: l’emendamento approvato ieri prevede che, in caso di ritiro della licenza, i concessionari possono continuare a lavorare per tre mesi per poi lasciare il posto a chi ha già licenze di quel tipo.
CONDONI. Passato quello per i balneari, che si vedono scontare il 70 per cento dei canoni non pagati, fermato per ora quello edilizio per gli abusi su suolo demaniale: l’emendamento in Senato è stato ritirato dai relatori.
MARCHETTE SPARSE. La più rilevante è di sicuro quella che ha tenuto insieme la nuova maggioranza di Letta, portando in dote al Nuovo centrodestra molti parlamentari del Mezzogiorno: 126 milioni per gli Lsu di Calabria, Napoli e Palermo. Poi c’è una miriade di spese locali. Qualche esempio? Cento milioni al polo museale di Eur spa; due milioni per la comunicazione durante il semestre italiano di presidenza Ue; uno all’Orchestra del Mediterraneo del Teatro San Carlo di Napoli; 300 mila euro all’orchestra “I virtuosi italiani” di Verona.
ESODATI E AUTONOMI. Sono legati da un destino comune ormai. Per tutelare altri 17 mila dei primi dal 2014, si aumentano i contributi Inps dei secondi: con buona pace del popolo delle partite Iva e dei padroncini dell’autotrasporto appoggiati ai loro forconi.
Il Fatto Quotidiano 19.12.2013