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B. nel panico: chiede la galera, poi si pente

Berlusconi1 Prima la promessa da martire a Libero: “Se mi condannano andrò in carcere, non farò l’esule come Craxi”. Poi la smentita da Palazzo Grazioli: “Il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista, solo un colloquio liberamente interpretato”. A poche ore dalla sentenza della Cassazione su Mediaset, attesa per domani (salvo rinvii) il capo del Pdl ricorre a uno dei classici del suo repertorio: l’annuncio a sensazione, seguito da smentita. Tutto nello stesso giorno. La mattina si apre con il rumore della sua intervista (presunta, a questo punto) rilasciata al direttore di Libero, Maurizio Belpietro: “Ho quasi 78 anni, avrei diritto ai domiciliari: ma se mi condannano, se si assumono questa responsabilità, andrò in carcere. Non farò l’esule, come fu costretto a fare Craxi. Nè accetterò di essere affidato ai servizi sociali, come un criminale che deve essere rieducato”.

NIENTE VIE di mezzo, per l’ex premier, che mostra il petto, intrepido. Dimenticando (?) che, anche di caso di rifiuto dell’affidamento ai servizi sociali, finirebbe al massimo agli arresti domicialiari. Berlusconi però non è pessimista sulla decisione della Corte: “Se non c’è pregiudizio, se non ci sono pressioni, la Cassazione non può che riconoscere la mia innocenza”. L’ex premier respinge così le accuse: “Facevo il presidente del Consiglio, cosa ne potevo sapere dei contratti per i diritti televisivi? Non me ne occupavo quando stavo a Cologno, figurarsi se lo potevo fare nei primi anni Duemila, quando ero a Palazzo Chigi”. Pensieri e parole, raccolti ad Arcore. Un lungo sfogo che viene ripreso sul sito e sul profilo Twitter del Pdl, nonché sula pagina ufficiale su Facebook di Berlusconi. Eppure in tarda mattinata arriva la smentita da Palazzo Grazioli: “Il presidente Berlusconi non ha rilasciato alcuna intervista. Il direttore Belpietro ha liberamente interpretato il senso di un colloquio in cui sono state confermate l’assoluta infondatezza delle accuse rivolte al presidente Berlusconi e la sua precisa volontà di continuare a offrire il suo contributo al popolo dei moderati”. La chiosa è persino polemica: “Si rileva ancora una volta che alcuni quotidiani riportano tra virgolette frasi e giudizi attribuiti al presidente Berlusconi che non sono mai stati pensati nè pronunciati”.

 

A MARGINE , colpisce un’intervista a Qn di Ugo Sposetti, senatore del Pd ed ex tesoriere dei Ds: “Se Berlusconi verrà condannato, il Pd non reggerà l’urto e salterà come un birillo. Siamo politicamente annientati, nessuno ha ragionato di questa vicenda sul piano politico, non la reggeremo: per noi sarà una botta tremenda e il partito imploderà”. Nel frattempo, sulle agenzie batte un colpo Daniela Santanché. Avverte: “La responsabilità di chi deve decidere è altissima. Condannare Berlusconi significherebbe non solo punire un imprenditore di successo, con l’unica colpa di essersi occupato non solo delle sue aziende ma anche della cosa pubblica: vorrebbe dire anche mettere in discussionequasi 10 milioni di italiani”. Quindi, “dopo il 30 luglio potremmo farci sentire”. Mariastella Gelmini va in appoggio: “La sentenza potrebbe danneggiare il Paese, quello che accadrà il 30 riguarda anche gli avversari”. Michaela Biancofiore su Repubblica disegna l’apocalisse: in caso di condanna di Berlusconi, il Pdl non lascerà solo il governo, “ma sidimetteranno tutti i parlamentari Pdl. Lo abbiamo deciso in assemblea di gruppo, ed erano tutti d’accordo”. In serata, si fa sentire Beppe Grillo, che sul suo blog se la prende con il Pd: “L’imputato è già risultato colpevole in primo e secondo grado, la Cassazione non entra nel merito della sentenza. A tenere in vita da sempre Berlusconi è il Pdmenoelle, che gli ha garantito ricchezza e impunità alla luce del sole, come dichiarò alla Camera Luciano Violante”. E OccupyPd su Twitter batte le mani: “Alle volte è difficile non dare ragione a Grillo. Pd sveglia”. Oggi, giornata di vigilia. E di inevitabili polemiche e annunci: veri o presunti.

di Ldc
Il Fatto Quotidiano 29.07.2013

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