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Case, foto e indennità la Camera finisce sotto l’apriscatole.

Apriscatole 5stelleI deputati Cinque Stelle pubblicano un dossier sulle spese di Montecitorio: dagli stipendi d’oro al cumulo di incarichi, dagli alloggi ai benefit, ecco cosa si nasconde nelle pieghe del bilancio del Parlamento.

Avevamo cominciato bene: via gli appartamenti, via le spese di rappresentanza. Poi però, da quando sono lì, non abbiamo fatto altro che approvare privilegi”. Il deputato M5S Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera, si aspettava di più, dall’era di Laura Boldrini. Invece, dopo quattro mesi a Montecitorio, timidezze e paure hanno fermato il nuovo corso: “I partiti non osano toccare i diritti acquisiti – dice Riccardo Fraccaro, membro del Comitato affari del personale – vogliono solo tagli marginali”. Così, non potendo fare da soli, si dilettano con l’apriscatole che hanno portato in Parlamento. Aprono cassetti e capitolati di spesa. Sottolineano sprechi e rendite di posizione. Ecco alcune voci del Bilancio della Camera. Che costa un miliardo e 62 milioni di euro l’anno.    La carica dei 1521 (ma niente Cv)Oltre ai 630 deputati e al personale dei gruppi, a Montecitorio lavorano 1.521 dipendenti diretti dell’istituzione (a cui vanno aggiunti quelli delle ditte che forniscono servizi interni come, ad esempio, la ristorazione). Fraccaro ha chiesto che vengano resi pubblici tutti i curriculum, ma non ha ricevuto risposte.   Indennità per tutti

Il costo per il personale è oltre il 25% del bilancio complessivo. Si tratta di 280 milioni l’anno: 231 per le retribuzioni e 48 milioni per i contributi. Le pensioni degli ex dipendenti, invece, secondo il preventivo 2013 dovrebbero ammontare a 222 milioni di euro. Curiosa la permanenza di alcune indennità probabile eredità di tempi lontani: quella “meccanografica”, quella “immissione dati”, quella di “recapito corrispondenza”, perfino quella di “tappezziere”. C’è un’indennità per ogni mansione.

  Il costo degli eletti

In tutto, fra pensioni, vitalizi, stipendi, diarie e altre voci sparse il peso degli eletti sul bilancio di Montecitorio si aggira sui 282 milioni di euro: 91,8 milioni di euro se ne vanno in vitalizi per gli ex e altri 24,7 milioni in trattamenti di reversibilità.

   Re Zampetti (e la sua corte)

Il segretario generale è il vero dominus di Montecitorio, spesso più potente persino dello stesso presidente. Attualmente risponde al nome di Ugo Zampetti, dipendente di Montecitorio dal 1976, al suo vertice addirittura dal 1999. La sua retribuzione base sarebbe di 405mila euro, ma solo all’inizio: dopo un anno ha avuto uno scatto del 5%, poi uno del 2,5% ogni due anni (ovviamente al netto dell’adeguamento all’inflazione). Secondo il Movimento 5 Stelle il suo stipendio attualmente supera i 600mila euro. I suoi vice, Guido Letta e Aurelio Speziale, sono partiti invece da una retribuzione base di 305 mila euro: i meccanismi di rivalutazione sono gli stessi.

    Il paradiso dei consiglieri

Sono tra le figure apicali della Camera (attualmente sono circa 180 unità) e a fine carriera arrivano a guadagnare circa 400mila euro l’anno. Ogni 12 mesi hanno diritto, peraltro, a 41 giorni di ferie: quelle non godute possono essere cumulate e usate per anticipare l’andata in pensione.

  I “distaccati”

Molti dipendenti della Camera sono in servizio presso altre strutture dello Stato, ma continuano a percepire lo stipendio da Montecitorio: è il caso di Enrico Pucci e Alessandro Manunta, consiglieri con stipendio da 20mila euro netti al mesi, entrambi in servizio presso la presidenza della Repubblica, da cui percepiscono una ulteriore indennità. Ci sarebbero poi 12 dipendenti che sommano la pensione ad altri incarichi. Impossibile sapere i nomi perfino per i deputati.

    Le stanze tutte per gli ex

Tanto Fausto Bertinotti quanto Gianfranco Fini hanno ancora assegnato un ufficio a palazzo Theodoli-Bianchelli, in piazza del Parlamento, pagato dalla Camera: l’ex leader comunista ha a disposizione la bellezza di sei stanze al quarto piano, l’ultimo segretario del Msi solo quattro al terzo.

   Casa dolce casa

Il costo di gestione ordinaria per i quattro alloggi dei vicepresidenti e per i tre dei questori (vuoti visto che gli interessati, in questa legislatura, hanno rinunciato) ammontano a 42mila euro. Per le case dei questori, in particolare, sono state autorizzate spese straordinarie per 600mila euro complessivi: 225mila euro sono andati ai muratori, 195mila agli elettricisti e 180mila agli idraulici.

    L’assegno tecnologico

Ogni deputato può chiedere un rimborso di 2.500 euro per comprare pc, tablet e qualunque altro prodotto abbia a che fare col computer.

  Clicca e impara

Per stampare gli atti parlamentari e i dossier della Camera se ne vanno 9 milioni l’anno; per l’aggiornamento professionale 1,6 milioni; per insegnare ai deputati l’inglese o ad usare l’iPad 640mila euro, per le foto del cerimoniale 360mila euro.

Camera generosa

Montecitorio non pensa solo a sé, distribuisce anche soldi in giro. In alcuni casi si tratta di iniziative ovvie o benemerite: 50mila euro all’Osce; 260mila per il funzionamento del-l’Unione interparlamentare; 55mila all’assemblea parlamentare del Mediterraneo. Altre sono un po’ meno giustificate: 100mila euro al Circolo Montecitorio (campi da tennis ed altro in Via dei Campi sportivi); 30.500 euro all’associazione ex parlamentari; 20mila al rettore della Chiesa di San Gregorio Nazianzeno.

 

(a cura di m.pa. e pa.za.)

Il Fatto Quotidiano 17.07.2013

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