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Irpinia-Petrolieri in “affanno”, ‘Piano-Passera’ in crisi

TrivellePetrolioIn Alta Irpinia e nell’Ufita cresce l’attesa per un definitivo pronunciamento negativo degli uffici regionali sulla richiesta di perforazioni esplorative a Gesualdo. I comitati, le autonomie locali e tanti cittadini preoccupati di una eventuale industria mineraria nell’area del Cratere, avvertono che nel Paese sta cambiando qualcosa e temono di ritrovarsi le trivelle, proprio mentre il Mise si appresta a cambiare linea.

La strategia disegnata dall’ex ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera sta rivelandosi anacronistica, in uno scenario nazionale e internazionale sfavorevole economicamente prima che ecologicamente ad una espansione dei campi petroliferi nel Belpaese. Olio e gas estratti oltre Oceano dagli scisti rocciosi mutano ogni giorno i rapporti di forza geopolitici nel settore degli idrocarburi, a svantaggio delle produzioni fossili tradizionali. Le cifre dicono che gli Usa stanno per monopolizzare i mercati con combustibili a basso costo che renderanno improbabili ai competitori gli alti costi (economici, ma soprattutto ambientali e sociali) per sostenere un downstream petrolifero lungo la dorsale appenninica. Lo stesso ad di Eni, Paolo Scaroni, nel corso della Lectio ‘Gli scenari energetici internazionali’ tenuta nell’ambito di un convegno di ‘Confindustria Energia’, ha di fatto affossato la base della strategia disegnata nel governo lo scorso anno. «Se in Italia adottassimo un approccio simile a quello dell’Inghilterra e della Norvegia, sulla base di quanto abbiamo già scoperto potremmo raddoppiare le produzioni e soddisfare circa il 20 per cento del consumo nazionale, garantendo allo Stato italiano 2,5 miliardi di euro di introito fiscale complessivo». Per l’amministratore delegato dell’Eni, sarebbe sufficiente «sfruttare al meglio gli idrocarburi convenzionali di cui disponiamo», comprendendo che dopo anni di blocco della proliferazione petrolifera oltre i perimetri già impegnati, oggi sarà ragionevolmente difficile spingersi. Parole, quella di Scaroni, che rilevano la difficoltà del governo e degli operatori a far passare nell’opinione pubblica un vasto piano di nuove trivellazioni dei fondali marini e della dorsale appenninica, peraltro confermate dalla nuova linea adottata dall’Assomineraria. Occorre “rafforzare il rapporto con i territori”, scrivono a proposito dell’attuazione della strategia energetica lasciata dal precedente governo. «La valorizzazione degli idrocarburi nazionali è una opportunità strategica per l’economia del Paese e non é in contrapposizione con la sostenibilità ambientale», è la piattaforma della associazione. In questo nuovo scenario, mentre continuano le audizioni parlamentari e il nuovo Ministro Zanonato lavora per far ripartire le fonti rinnovabili, tentando di rinegoziare i contratti di fornitura, soprattutto sul gas, gli osservatori attendono un confronto tra autonomie locali e governo sulla inevitabile correzione della Sen, la strategia energetica nazionale. Nel frattempo, occorrerà completare l’iter regionale per il diniego della richiesta di perforazione a Gesualdo. Alla joint venture resta solo un anno per rendere operativa la concessione.

di Christian Masiello
Ottopagine

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