Grillo: “Metterà d’accordo tutto e tutti. Non farà inciuci e inciucetti. Troppo anziano? E’ vero, ha 80 anni, ma forse era troppo presto per qualcuno più giovane. E quando gliel’ho detto è diventato un ragazzino”.
Non è il Beppe Grillo che solo martedì 16 aprile era arrivato in Friuli Venezia Giulia, dai toni concilianti e la voglia di chiacchierare. Adesso il Movimento ha un candidato, richieste precise e il leader chiede risposte. “Io ci sono andato a parlare da Morfeo, anzi scusate non lo è più, volevo dire da Napolitano. Mi sono messo la giacca e la cravatta e mentre camminavo i corazzieri sottovoce mi dicevano: “Siamo tutti con te”. Questo è il paese che Grillo racconta, che dice ora è venuto il momento scelga da che parte stare. “Ho fatto un appello a Bersani, lo avete visto tutti: votate per il nostro candidato e poi parliamo di cose concrete, non otto punti vaghi e generali”. Le alternative che trapelano dal Partito Democratico, sarebbero un suicidio, continua a ripetere il leader: “Capite che ci propongono D’Alema? L’uomo inciucio per eccellenza, il responsabile dello scudo fiscale. E Amato? Il braccio destro di Craxi. Se sono questi i loro nomi sono finiti”.
Tutto da rifare? A quanto pare no, sentendo il deputato Cinque Stelle Adriano Zaccagnini: “L’apertura di Grillo al Pd non era una trappola”, assicura ai giornalisti di Montecitorio. E l’attacco di oggi sarebbe soltanto “un avvertimento preventivo contro inciuci e inciucini. Noi non siamo per i bluff da vecchia politica, di noi ci si può fidare. Il Pd colga la palla al balzo”. In altre parole, specifica il deputato M5S, “converga con noi sul nome delPresidente della Repubblica. Se c’è un’alternativa all’accordo Pd-Pdl c’è poi tutto il resto”. Quanto invece alla possibilità di convergere sul nome di Romano Prodi, precisa: “Se arriviamo al nome di Prodi contro quello di Berlusconi ci devono dare il tempo di consultare la rete. Sanno che abbiamo bisogno di tempo”. In ogni caso “le strade sono due: o il Pd elegge il presidente con il Pdl o con noi”.
Poco prima del comizio di Maniago, sul suo sito, Grillo aveva già annunciato l’ok a Rodotà: ”Dopo la rinuncia di Milena Gabanelli ho chiesto a Gino Strada, che ha optato per la candidatura di Stefano Rodotà. Ho chiamato Rodotà che ha accettato di candidarsi e che pertanto sarà il candidato votato dal Movimento 5 Stelle”. In attesa di vedere quale sarà la reazione delle altre forze politiche, e in particolare del Pd, un primo commento è arrivato dal deputato M5S e vicepresidente della Camera Luigi Di Maio: ”E’ ufficiale Rodotà. Scaccomatto”. ”Il nostro candidato è Stefano Rodotà – ha aggiunto il deputato grillino Roberto Fico – il Pd non ha un solo motivo valido per non votarlo. O lo vota o come partito non ha più motivo di esistere”.