Solo pochi giorni fa, l’Unione Europea ci ha bacchettato edeferito alla Corte di Giustizia per come stiamo gestendo l’emergenza rifiutinel Lazio. Fortunatamente qualcosa e qualcuno, dopo questa “tirata d’orecchie” già si è mosso, visto che non solo il Lazio ha problemi seri in tema ambientale. Il 27 marzo è stata infatti depositata in Corte di Cassazione una proposta diLegge di Iniziativa Popolare Rifiuti Zero da 14 cittadini rappresentanti di realtà sociali promotrici e dai coordinatori regionali della Campagna di raccolta firme.
La normativa in materia parla di 50 mila firme necessarie affinché la legge possa essere presentata ma i proponenti mirano a raccoglierne almeno il doppio, contando su una realtà associativa locale capillare, sparsa in tutta Italia (14 coordinamenti regionali già operativi e 6 quelli in via di costituzione). La legge che i promotori vogliono che passi mira ad una reale riforma di tutto il sistema della raccolta e smaltimento rifiuti e si basa su 5 parole d’ordine fondamentali: sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione e lavoro. Quest’ultima parola il comitato non l’ha scelta a caso. La raccolta differenziata porta a porta sarebbe infatti secondo il loro punto di vista, l’unica opera utile per questo paese e che renderebbe disponibili posti di lavoro.
La macchina per la raccolta firme si metterà in moto subito dopo Pasqua in tutta Italia e avrà molto seguito in quei territori dove già si sta lottando contro discariche, inceneritori e gestioni dei rifiuti sbagliate. La fine della raccolta firme e la presentazione poi della Proposta di legge è prevista prima della pausa parlamentare estiva. M.M.
Fonte: Il Cambiamento