In queste ore si parla molto di quanto succede alla libera stampa in Turchia, dove sei giornalisti sono stati condannati all’ergastolo per il tentato golpe del luglio 2016. Il controllo dell’informazione però non lo tiene solo chi condanna al carcere i giornalisti, ma anche chi decide quali notizie vanno in onda. Questo succede in Italia, al confronto il presidente turco è un dilettante. Renzi e Berlusconi hanno sotto il loro totale controllo il servizio pubblico radiotelevisivo e il suo principale competitore.
Basta seguire le orme di Silvio, che quando era presidente del Consiglio ha messo uomini di propria fiducia nei tg e nelle reti, uomini che adesso sono rimasti in Rai. Li trovi al Tg1, così come al Giornale Radio o al Tg2. Se invece vuoi adottare il metodo del Pd prendi esempio da Renzi, scegli i vertici della tv pubblica e fai nominare loro direttori fedeli nei telegiornali. Ricordandoti anche di fargli scegliere i propri vicedirettori in quota politica in modo da non scontentare gli alleati, ma tieni fuori chi vuole addirittura ambire a sostituirti tramite le elezioni. Oltre ai direttori poi non dimenticare di nominare i caporedattori che eseguano gli ordini, nascondendo le notizie scomode fra la moda e lo sport. Dei leader amici invece bisogna fare una costante agiografia. Per lo svolgimento del tema basta osservare un paio di servizi su Gentiloni, Renzi o Berlusconi.
Sono gli stessi giornalisti a indicare le quote di appartenenza di direttori, vicedirettori, capiredattori e redattori in Rai, in articoli che si trovano online o su carta stampata. Per esempio qualcuno scrive che il direttore del Tg1 Andrea Montanari sia in quota Pd “da sempre”. Scrivono anche che il suo vice Costanza Crescimbeni sia in “quota Renzi” e che un altro vice come Gennaro Sangiuliano sia in quota centrodestra. Ne parla la stampa e i diretti interessati non hanno mai smentito. C’è invece chi seguiva direttamente Berlusconi a Porta a Porta per poi essere assunta con chiamata diretta al Tg1, parliamo di Cecilia Primerano che non solo fa i servizi e le interviste a Berlusconi, ma ha anche il compito di scrivere la pagina politica quando il caporedattore non c’è. E chi è il caporedattore del Tg1? Natalia Augias, figlia di Corrado, che ha spesso partecipato a feste del Pd e che qualche anno fa è stata protagonista di un appello delle Democratiche. C’è poi chi, come Francesco Maesano ha lavorato con Filippo Sensi (portavoce di Gentiloni) a Europa (quotidiano della Margherita prima e del Pd dopo) per poi approdare al Tg1 e seguire oggi proprio Palazzo Chigi.
Questo è il modello della lottizzazione. Non è un caso che al Tg2 la giornalista che segue Palazzo Chigi è Ilaria Capitani, ex portavoce di Walter Veltroni, il fondatore del Pd. C’è però uguale attenzione a destra e sinistra in Rai, questo ricordalo Erdogan. Qualcuno poi sostiene che il direttore del Tg2 Ida Colucci sia in quota Forza Italia, mentre il suo vice più fidato Rocco Tolfa qualcuno insista a definirlo in quota Pd. Sono voci maligne, che girano fra i corridoi di viale Mazzini: i diretti interessati le smentiranno? Ce lo auguriamo, sia con le parole che con i fatti.
C’è poi un ingrediente fondamentale: l’ipocrisia. Perché destra e sinistra parlano dell’indipendenza dell’informazione dalla politica, sottolineano l’eccessivo controllo dell’informazione negli altri Paesi. Attaccano il MoVimento 5 Stelle dicendo che siamo noi che vogliamo controllare il sistema mediatico. L’importante è che quando viene fuori uno scandalo come quello dei rifiuti in Campania i loro uomini siano fedeli, e ne parlino il meno possibile. Insomma tutti al guinzaglio dei due uomini Rai di Pd e Forza Italia, ovvero Anzaldi e Gasparri, due facce della stessa medaglia.