Da domenica sera la rete è piena di adulatori di Matteo e Agnese Renzi. A parte la santità gli attribuiscono qualsiasi dote “come parla bene Matteo”, “guarda che discorso finale”, “ha l’eleganza del fiorentino”, “ammiro la sobrietà di Agnese”, “Agnese ha scelto un look elegante e composto”, “non li avremo più due così” ecc ecc ecc…
Ora, supposto che il discorso di addio di Renzi l’ha scritto il ghost-writer e lui ci credeva così poco da ridere mentre lo leggeva (se volete sapere come parla a braccio cercate le sue figure di merda su YouTube), supposto che non capisco cosa vi aspettavate facesse Agnese di diverso dallo stare immobile ad ascoltare il marito (doveva urlare contro il 60% degli italiani e mettersi un tacco 12 anche alle 2 di notte?), mi chiedo, è bastata la sindrome d’abbandono per farvi dimenticare chi è la famiglia Renzi e cosa ha fatto il suo Governo?
Il buon Matteo campa di politica da sempre, la sua prima elezione come Segretario Provinciale del Partito Popolare Italiano risale al ’99 (a 24 anni) e da lì in avanti non farà altro che politica con la “copertura” della CHIL srl, l’azienda di famiglia, che lo assume come dirigente il 27 ottobre 2003, otto mesi prima dell’elezione in Provincia e undici giorni prima che l’Ulivo lo candidi, così da far pagare ai contribuenti italiani i suoi contributi per la sua pensione da dirigente. In sostanza, un parassita.
Due parole su Agnese? Niente da dire sulla persona, figuriamoci sulla compostezza e la sobrietà, è stata, però, parecchio composta e sobria anche quando, a differenza di migliaia di altri insegnanti, grazie alla Buona Scuola ha ottenuto una cattedra esattamente difronte casa, all’istituto Peano di Firenze. Strane coincidenze.
Io quei due, sinceramente, non li piangerò. Anche perché il buon Matteo ce lo avremo ancora tra i piedi per molto tempo, esattamente come suo padre putativo Silvio Berlusconi.
Sapete allora chi davvero piange la famiglia Renzi?
Gli esodati dalla Fornero che in 3 anni hanno visto passare in Parlamento qualsiasi cosa meno che una soluzione per loro.
Gli insegnanti “comuni” che hanno cambiato città e regione dopo 40 anni di supplenze in zona.
I precari che rimarranno tali a vita grazie al Jobs Act.
Chi lavora a 7€/ora con voucher che negano ogni diritto, sempre grazie al Jobs Act.
I 150.000 risparmiatori rovinati dal Salva Banche per fare un piacere al papà della Boschi.
Alluvionati e terremotati d’Italia che prendono le briciole mentre vedono spendere 150 milioni per l’aereo di stato di Renzi e 2 miliardi per il TAV.
Il 43% dei giovani italiani che non trovano lavoro mentre Renzi paga 400.000€ (soldi nostri) Jim Messina per la campagna referendaria.
Gli imprenditori eroi che pagano tasse al 63%.
I pensionati che prendono 458€/mese e hanno visto il Parlamento bocciare la nostra proposta per tagliare le pensioni d’oro.
Questa gente, e tanta altra, credetemi, ha pianto e piange ancora la famiglia Renzi. Ciò che vorrebbe, adesso, è smettere di farlo con un Governo che si occupi di loro.
È solo questione di tempo…
Manlio Di Stefano