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Rifiuti, commissario per l’Ato Salerno

Al vaglio il personale in esubero e i debiti accumulati.

Raccolta rifiuti1A meno di una settimana dalla scadenza della proroga alle società provinciali per la gestione del ciclo integrato dei rifiuti, i tre comuni della fascia di confine che hanno aderito all’Ato Salerno si preparano al commissariamento. In occasione di un recente incontro con il sindaco della città capoluogo Vincenzo De Luca, i tre enti locali irpini hanno preso atto di una sostanziale “impreparazione” della nuova Ato a raccogliere il testimone della precedente gestione. “Insiste una grave condizione debitoria e poi c’è l’interrogativo dei dipendenti” ha spiegato il vice sindaco di Caposele Donato Cifrodelli, delegato alla materia. I tre comuni di frontiera, ovvero Caposele, Senerchia e Calabritto hanno presentato istanza di trasferimento all’Ato di Salerno per snellire le spese e promuovere un sostanziale sgravio di costi per i cittadini. Salerno ha sempre rappresentato un esempio da seguire sul tema, e la prossimità geografica ha agevolato la scelta. “Il sindaco De Luca ritiene che l’unica strada al momento sia quella nominare un commissario ad acta, in quanto i comuni dovranno valutare le loro posizioni per evitare di gravare sui cittadini” continua. Le amministrazioni comunali intanto, si sono adeguate alle direttive politiche e amministrative decretate da Salerno, chiedendo con delibera di giunta, una risposta chiarificatrice alla giunta regionale circa le “perplessità legittimamente formulate dai Sindaci dei Comuni dell’istituendo Ato come rappresentate, anche avviando a livello locale una serie di incontri per discutere e confrontarsi sulle criticità evidenziate” come si legge nella delibera. I Comuni del salernitano chiedono dunque un confronto con il presidente della giunta Caldoro, in quanto “permangono forti dubbi sugli atti amministrativi adottati dalla Giunta Regionale esautorando completamente i Comuni che non hanno potuto esercitare le proprie prerogative costituzionali neppure sul contenuto della convenzione, non avendo avuto l’opportunità di essere sentiti e/o di poter modificare-integrare lo schema di convenzione approvato, che invece avrebbe potuto essere lo strumento per fare una sintesi delle esigenze espresse dai singoli territori sulla gestione del servizio in argomento, al fine di raggiungere una disciplina concordata e condivisioni di know how, per perseguire l’obiettivo di realizzare una economia di scala e migliorare l’efficienza e la qualità della prestazione da rendere”. Una nota sottoscritta alla vigilia della scadenza della proroga e in apertura della campagna elettorale.

Elisa Forte
Ottopagine versione cartacea 25.11.2014

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