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La sfida dei Cinquestelle per il no: dal referendum nasce l’alternativa.

5stelleavellinoParlamentari, consiglieri regionali e attivisti della Campania. Sibilia, ora governare la città.

Radicare il partito sul territorio e far vincere il no al prossimo referendum: sono i prossimi obiettivi del Movimento 5 Stelle in Campania. Nell’assemblea di ieri, tenutasi presso l’Hotel De La Ville di Avellino, i parlamentari e i consiglieri regionali penta stellati presentano la strategia e le prossime iniziative dei Meetup, in vista della consultazione elettorale di ottobre e delle ormai sempre più vicine amministrative.
In una sala, zeppa di cittadini, Carlo Sibilia, deputato irpino e uno dei portavoce nazionali delle istanze del Movimento, ribadisce come i risultati di Roma e Torino, sono uno stimolo in più per chi vuole una politica che si diversifica da quella dei soggetti politici tradizionali: <<Le ultime vittorie sono soltanto un punto di partenza per continuare a progettare e innovare. C’è una parte dell’Italia che ci chiede di fare Carlo Sibilia3meglio e ancora di più. Non siamo più una scommessa, ma una certezza. Non vogliamo essere più soltanto quelli che denunciano, ma presentare proposte alternative a quelle dei partiti. A partire da questo incontro, inizieremo a lavorare per mettere in rete le idee, in modo da poter governare anche i capoluoghi della Campania>>.
Nella mattinata di ieri, una delegazione di attivisti, in un confronto a porte chiuse, incontra Roberto Fico, presidente della commissione parlamentare di Vigilanga Rai e fedelissimo di Grillo, per fare un punto sull’organizzazione del movimento in regione. La prima sfida, però, sarà quella del referendum. Anche in Irpinia, infatti, nasce il primo comitato per il no, guidato da Vincenzo Ciampi, ex candidato al consiglio regionale della Campania. Valeria Ciarambino, capogruppo del Movimento a Palazzo Santa Lucia, pertanto, esorta i giovani a mobilitarsi: <<Anche se i media ci riservano meno spazio, siamo certi di ottenere la fiducia della gente. La Costituzione appartiene a ogni italiano. Dopo aver raccolto oltre novemila firme, saremo in giro per le piazze a informare e spiegare i motivi di questa scelta. Siamo certi che ognuno di noi sarà decisivo per fermare chi vuole distruggere la democrazia>>.
avellino_5stelleFelice Besostri, docente presso l’Università degli Studi di Milano, invece, critica il testo, voluto dal ministro Boschi: <<Non è una riforma, ma una semplice revisione costituzionale. Se le leggi sono troppe, perché farne altre?>>. Massimo Villone, costituzionalista e ex senatore del Pci, inoltre, esorta a votare contro un provvedimento che penalizza le aree più povere: << Se vince il si rischia che le vicende locali possano diventare minaccia per la rappresentanza. Cosa succederà quando sarà data la sfiducia a un sindaco-senatore?>>.
Nel corso dell’assemblea regionale, oltre a una quarantina di cittadini attivisti, intervengono anche i senatori Paola Nugnes, Andrea Cioffi, Sergio Puglia e Vilma Moronese, i deputati Angelo Tofalo e Salvatore Micillo e tutti i consiglieri regionali del Movimento che siedono tra i banchi di Palazzo Santa Lucia. In rappresentanza dei Meetup irpini, oltre al parlamentare Carlo Sibilia, prende la parola Luca Carosella, ex candidato al consiglio regionale, che esorta i gruppi di lavoro irpini a lavorare e credere in un modello diverso di intendere la cosa pubblica.
L’unica novità dell’assemblea irpina è Paolo Santaniello, tesserato del Pd di Caserta, che dopo essersi prenotato nello spazio riservato ai simpatizzanti grillini, spiega le ragioni del sì al referendum. <<La Costituzione di Renzi – spiega il giovane dem – conviene al Movimento. I cinque stelle devono lottare per un provvedimento che si ispira al pluralismo e premia soprattutto soggetti come il Movimento 5 Stelle>>. La riflessione, però, non viene apprezzata dalla maggior parte dei penta stellati presenti nella sala conferenze. Tanti i fischi e le imprecazioni. Non manca  neanche la risposta di Sergio Puglia , senatore del M5S: <<Le assemblee dei Meetup sono aperte a tutti. Non capisco perché nelle sedi locali e regionali del Partito Democratico, invece, vengono cacciati fuori e offesi coloro che la pensano in modo diverso su una riforma, che non riguarda soltanto pochi eletti ma tutti i cittadini italiani>>.

e.s.
Il Mattino di Avellino 11.07.2016

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