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Aqp e il cloro sporco c’è il nodo dei controlli

fontana_aqpLa Procura: «Quell’ipoclorito non è a norma, Acquedotto avrebbe dovuto analizzarlo prima dell’uso».

Bari La mancata effettuazione di controlli sul cloro utilizzato per potabilizzare l’acqua potrebbe costituire un reato. È questa l’impostazione della Procura di Bari nell’indagine su Acquedotto Pugliese e sulle forniture di ipoclorito di sodio che potrebbero essere non conformi alle normative per il contenuto di bromato, un componente chimico che oltre una certa soglia è considerato cancerogeno.

Pure se le analisi in corso presso l’Istituto superiore di sanità confermeranno che l’acqua distribuita in rete – Aqp ne è fermamente convinta – rispetta i parametri di potabilità, si prospetta dunque un problema che ha a che fare con la tutela della salute: questo è il motivo per cui tra le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, ai 13 indagati viene compresa anche l’adulterazione di sostanze in danno della salute pubblica, reato punibile anche per colpa. Insomma, se l’ipoclorito di sodio non fosse

Nella consulenza dei professori Giovanni Tiravanti e Luca Lucentini si dice infati che nei bandi per acquedotto-pugliesel’acquisto del cloro Aqp non ha richiesto al fornitore il rispetto della norma tecnica Uni-En 901, ma di una scheda tecnica precedente che non impone i limiti al contenuto di bromato. Questo, scrivono i tecnici «rende il prodotto non idoneo per la potabilizzazione delle acque». Aqp avrebbe potuto «rimediare» dimostrando «la conformità di tali prodotti al minimo dei requisiti della norma En 901». Ovvero analizzando il cloro prima di utilizzarlo. Cosa che, a quanto pare, non sarebbe avvenuta.

Ecco perché oltre che i campioni d’acqua, la Procura ha chiesto di analizzare anche il cloro prelevato lunedì dalla Finanza nei 5 potabilizzatori. I risultati serviranno sia a chiarire se ci sono state truffe collegate alla fornitura di cloro (tra 2012 e 2015 circa 8.150 tonnellate), sia se quel cloro era o meno adatto per la potabilizzazione. Questo, appunto, a prescindere dalla qualità dell’acqua prodotta, che invece Aqp controlla giornalmente e di cui garantisce la perfetta rispondenza alle norme.

L’inchiesta sul cloro ieri ha avuto eco anche in Consiglio regionale. Domenico Damascelli (Forza Italia) ha chiesto l’audizione in commissione Sanità del governatore Emiliano, dell’Arpa e del capo dipartimento: «Se fosse confermato che l’ipoclorito venduto all’Aqp non è idoneo alla potabilizzazione, sarebbe un pericolo allarmante per l’incolumità dei cittadini pugliesi. Apprendere della possibile presenza di una sostanza cancerogena è una circostanza di inaudita gravità Chi doveva e dovrebbe vigilare, ha controllato sulla qualità dell’acqua che sgorga dai rubinetti delle case dei pugliesi? Arpa, Asl, assessorati regionali e Aqp chiariscano se hanno mai riscontrato alcuna anomalia».

[m.s.]   20 Febbraio 2016
www.lagazzettadelmezzogiorno.it/

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