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Addio a Marini, trombati anche gli inamovibili

Franco MariniCAMERA E SENATO, CAMBIA TUTTO: A CASA I PROTAGONISTI DEL BERLUSCONISMO
C’è chi c’era già e si trovava bene. Chi non c’era e voleva proprio provare l’ebrezza di sentirsi chiamare onorevole dal fruttivendolo sotto casa. C’è chi ha fatto politica per una vita e non sa fare altro, chi proprio non ne può fare a meno per semplice vanità. È il triste elenco dei “trombati”.    PENSATE a Italo Bocchino, uno che di politica, o di quel particolare tipo di giornalismo che vive all’ombra della politica, ha sempre vissuto: non è stato eletto. É fuori da quel Parlamento che aveva desiderato fin da quando, ragazzino, era segretario di Pinuccio Tatarella, padre-padrone del Movimento sociale nel Sud. Si avvia verso il viale del tramonto assieme a Gianfranco Fini, anche lui travolto dalle macerie di Futuro e Libertà. Voleva rientrare in Parlamento anche Gianfranco Micciché , una volta, ai tempi di Berlusconi e del 61 a 0, viceré della Sicilia, quasi ministro all’Economia quando fu lambito da uno scandalo a base di cocaina, non ce l’ha fatta, il sogno di un Grande Sud è svanito nella cabina elettorale. Stessa sorte per Raffaele Lombardo, chiamato “arraffaele” quando era presidente della Regione in Sicilia. Giulia Bongiorno, invece, torna a fare quello che faceva, l’avvocato, penalista di grido formatasi durante la madre di tutti i processi, quello a Giulio Andreotti. L’elettore è sovrano e la sua volontà intoccabile, ma è difficile da mandare giù l’esclusione di Paola Concia, leader delle battaglie per i diritti degli omosessuali candidata dal Pd in Abruzzo e sconfitta.    TUTTO NORMALE? Certo, ma anche il Pdl aveva “paracadutato” un candidato esterno, Antonio Razzi, eletto nel 2008 in Italia dei Valori e subito passato alla corte di Berlusconi per nobilissimi motivi. Mutui familiari e c…zi propri, come lui stesso ammise in un formidabile fuori onda. I diritti civili no, opportunismo e trasformismo sì. Anche questo è l’elettore italiano, che però riesce anche a non sbagliare e rinnovare la classe politica.    IN ABRUZZO è stato bocciato Franco Marini, in Parlamento dal 1992, per l’ex presidente del Senato il Pd aveva previsto una deroga. L’elettore no. Lunga carriera politica interrotta dal voto, era alla Camera dal 2001, per Guido Crosetto, un viaggio iniziato con la Dc e con Giovanni Goria. Camera off-limit per Maurizio Paniz, Pdl, memorabile difensore delle gesta berlusconiane. Nel pieno della tempesta sul caso Ruby, l’avvocato prese la parola e stupì Montecitorio con effetti Italo Bocchinospeciali. “Sì, Berlusconi telefonò alla questura di Milano nella convinzione, vera o sbagliata, che Karima El Mahroug (Ruby) fosse parente di Mubarak”. Comunque l’avvocato non avrà problemi economici visto che viene classificato come il quinto deputato più ricco.    SARANNO INVECE tristissimi i nuovi deputati che non potranno rifarsi gli occhi con le grazie dell’ex onorevole Fiorella CeccacciRubino (Pdl), attrice di teatro e protagonista di caldissimi corti con la regia di Tinto Brass. Fuori dalle Camere anche Rena-to Farina, ex giornalista ed ex agente Betulla ai tempi dello scandalo dei servizi segreti, Margherita Boniver, ex pasdaran craxiana poi passata alla corte di Berlusconi, e Annamaria Carloni, consorte dell’ex re di Napoli Antonio Bassolino e deputata eletta nel 2008 con il Pd. Va male anche per i giornalisti, non ce l’hanno fatta RobertoNatale, ex leader della Fnsi, Ida Dominijanni, Manifesto, e Mario Se-chi, ex direttore de Il Tempo. Delusi anche gli sportivi, l’ex campionessa Manuela Di Centa, deputata dal 2006 con il Pdl, non è stata eletta, fuori anche l’allenatore Renzo Ulivieri candidato con Sel. Deluso l’anziano leader della Dc Ciriaco De Mita che voleva lasciare l’eredità del seggio alla Camera al nipote Giuseppe, avvocato e vicepresidente della Regione Campania, gli elettori irpini che per anni hanno detto sì allo zio, hanno bocciato il nipote.    Triste declino per Tonino Di Pietro, la scelta di far confluire Idv nel listone di Rivoluzione civile si è rivelata fallimentare. “Mi dispiace per Tonino”, ha detto ieri Beppe Grillo in un raro momento di generosità.

Enrico Fierro
Il Fatto Quotidiano 27 Febbraio 2013

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