L’acqua è un bene comune e la gestione della risorsa idrica deve restare pubblica” – non usa mezzi termini il deputato del Movimento 5 Stelle, Carlo Sibilia, a proposito dei possibili scenari offerti dalla nuova legge regionale che disciplina il ciclo integrato delle acque in Campania.
“Il primo dato evidente che va sottolineato con forza – commenta il parlamentare avellinese – è che il Partito democratico in Consiglio regionale ha svenduto l’acqua irpina approvando una legge che, di fatto, apre la strada ad una gestione privata, quindi privatistica ed affaristica, della risorsa idrica e cancellando con un colpo di mano l’esito del referendum popolare del 2011”.
“Ancora una volta – incalza il parlamentare irpino – rischiamo che la volontà dei cittadini venga calpestata da una classe politica, quella della provincia di Avellino, incapace di assolvere al suo ruolo che è quello di fare gli interessi generali delle proprie comunità e di operare per il bene comune. Una legge simile non farà altro che regalare letteralmente una delle risorse più preziose ad una lobby che ne trarrà utili e profitto senza alcun tipo di ristoro o di vantaggio per il nostro territorio”.
“L’acqua rappresenta una delle nostre 5 stelle – continua Sibilia – e perciò, come quattro anni fa, ci batteremo contro la privatizzazione della sua gestione, convinti come siamo, invece, che la migliore strada da percorrere sia la costituzione di una municipalizzata speciale che superi il carrozzone politico rappresentato dall’Alto Calore Irpino. Un Ente con 120 milioni di debiti. Un Ente a cui più volte abbiamo chiesto di poter visionare i bilanci, che invece ci sono stati negati. Un Ente che ha visto transitare sulle sue poltrone esponenti di tutti i partiti politici provinciali in maniera trasversale. Su di essi soltanto, una volta accertate le responsabilità, dovrebbero ricadere le conseguenze di decenni di amministrazioni inadeguate. Loro soltanto dovrebbero essere chiamati a colmare, in prima persona, quel buco debitorio”.
“E tuttavia non possiamo consentire che l’incapacità della classe politica locale sia un pretesto per consegnare ad un soggetto privato la gestione della risorsa idrica. Ciò comporterebbe l’aumento sconsiderato delle tariffe e il licenziamento di molti dipendenti, oltre ad aumentare un conflitto di interessi visto che la Gesesa, che dovrebbe fondersi con l’Alto Calore, è parte dell’Acea che fa capo al gruppo Caltagirone, colosso italiano nel settore editoriale. Per evitare questa ennesima beffa ai danni dell’Irpinia il Movimento 5 Stelle sarà in campo in maniera forte e decisa a tutela dell’acqua e a nell’interesse dell’Irpinia” – conclude il deputato 5 Stelle.