L’hanno battezzato baratto amministrativo. Sembra uno scambio mercantile di altri tempi e, invece, è un’idea originale e per alcuni versi anche geniale.
A metterla in pratica sarà il Comune di Bagnoli Irpino che vuole sperimentare un vero e proprio “do ut des civico”: il cittadino lavora per il Comune, ricevendo in cambio uno sconto sul pagamento dei tributi comunali.
Un beneficio, però, non esteso a tutti, ma solo ad una fascia di indigenti che in questo modo onorano il fisco municipale, prestando servizi di pubblica utilità. Una nuova partecipazione civica che rende la comunità un soggetto attivo, evitando la solita “clemenza assistenziale” riservata alle fasce meno abbienti che versano in difficoltà economica spesso esonerate dal pagamento degli oneri tributari. Il baratto propone un’etica dell’onore civico, che aumenta lo spirito della comunità, vero antidoto all’individualismo egoistico, modello esistenziale imposto dalla modernità. L’individualismo è una categoria dello spirito che risulta essere in aperto contrasto con l’idea di vita comunitaria che ancora sopravvive nei piccoli centri sebbene, quest’ultimi siano vittime di un continuo abbandono che si registra soprattutto nei paesi dell’Appennino meridionale, dove nell’ultimo decennio le stime demografiche segnano un vistoso meno.
La proposta del Comune di Bagnoli sul baratto amministrativo può segnare un modello di riferimento ed essere emulato anche da altri Comuni, favorendo un nuovo “volontariato municipale” che, se attivato in forme originali come quello di Bagnoli, può diventare addirittura sussidiario per la gestione di alcuni servizi. In Italia il grosso del volontariato è indirizzato verso la cura e l’assistenza alla persona, meno sull’integrazione e sul supporto alla gestione dei servizi pubblici, che per gli avari trasferimenti si riducono sempre di più fino a scomparire del tutto nelle piccole realtà. Il volontariato civico diventa così una forma di adesione attiva alla vita della comunità, integrato da forme di partecipazione diretta che si possono concretizzare attraverso l’attivazione del Bilancio partecipato, strumento di coinvolgimento dei cittadini alle politiche pubbliche locali e alle scelte strategiche del Comune. Questa del bilancio partecipato, adottato da poche amministrazioni locali, può dar vita ad una democrazia municipale diretta, che può essere alimentata con strumenti informatici. In Italia, dunque, avanza una municipalità virtuosa. Esempio è il riconoscimento che l’Anci ha tributato a sette Comuni ritenuti virtuosi per la gestione del territorio e il suo adattamento ai nuovi stili di vita. Il più meritevole è stato il Comune di Seravezza in provincia di Lucca. E’ riuscito a contrastare l’uso di alcol e droghe con una campagna di sensibilizzazione tra i giovani. Inoltre ha un’invidiabile raccolta differenziata e mense scolastiche in cui si impiegano tutti prodotti biologici. L’altro Comune entrato nella hit parade dei Comuni virtuosi è Castel del Giudice in provincia di Isernia che ha sperimentato politiche innovative con il coinvolgimento dei cittadini che gestiscono un albergo diffuso, realizzato con il recupero di cinquanta stalle abbandonate. Anche il Comune di Mogano in provincia di Oristano vanta un’invidiabile primato ecologico avendo ridotto i consumi energetici attraverso la creazione di impianti fotovoltaici e l’uso originale di lampadine a vapore per l’illuminazione pubblica. Un Olimpo municipale questo dei sette comuni più virtuosi che disegnano “l’Altra Italia” quella dei piccoli comuni, vera risorsa per la ripresa economica della Nazione.
Giandonato Giordano
Il Quotidiano del Sud versione cartacea 18.09.2015