Il finanziamento pubblico ai partiti non è stato abolito. Non è stato abolito dopo il referendum del 1993 nonostante la volontà di milioni di italiani e non è stato abolito dai tweet di Letta. Ha semplicemente cambiato nome e forma. Ora si chiama due per mille ai partiti, ma sono soldi pubblici, non libere donazioni. Sono tasse già pagate dal cittadino tramite la dichiarazione dei redditi che vedrà rinnovata la sede del partito vicino casa e la scuola che invece crolla in testa al figlio. Il Pd ha esultato perchè si è intascato 5,5 milioni di soldi pubblici che potevano essere usati per istruzione, sanità, trasporti, per rimpinguare le sue casse.Quest’anno il totale a cui possono attingere i partiti è di circa 10 milioni di euro, saliranno a 27,7 milioni nel 2016 e 45 nel 2017. Nel 2018 se il M5S sarà al governo non ci sarà un centesimo pubblico destinato ai partiti. Il M5S ha rinunciato al due per mille per lo stesso motivo per cui ha rifiutato 42 milioni di euro di rimborsi elettorali nel 2013: non vuole soldi pubblici e sostiene le sue iniziative con le libere donazioni di attivisti e simpatizzanti, come sta accadendo in questi giorni perItalia 5 Stelle che si terrà il 17 e 18 ottobre a Imola.
Soldi, soldi, soldi. Il Pd ha bisogno di soldi. Toglietegli i soldi e non rimane più nulla.