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“Non siamo solo Grillo, adesso dettiamo l’agenda noi”

Luigi Di MaioSiamo cresciuti, imparando dagli errori, e domenica mi aspetto che il Movimento  si confermi come  seconda forza del Paese. Ma  non mi chieda percentuali… ”.  Luigi Di  Maio, vicepresidente della Camera  e membro del Direttorio dei Cinque Stelle, è cautamente fiducioso in vista delle Regionali. La ferita delle Europee dell’anno scorso, quando le urne smentirono sondaggi e umori entusiastici sul risultato del M5S, è ancora fresca. Ma Di Maio vede comunque rosa, anche sul futuro oltre il 31 maggio.

A Un giorno da pecora lei ha detto: “Io premier? Se possiamo cambiare il Paese sì”.

Era solo una battuta.

Scherza meno il candidato del Pd in Campania, Vincenzo De Luca, che ha lanciato un appello“al voto utile” agli elettori del M5S.

Dovrebbe lanciare un appello ai suoi, perché neanche loro lo vogliono più votare. Il voto a De Luca è inutile, perché in base alla legge Severino non può essere eletto.

L’ex sindaco fa capire che la legge Severino verrà cambiata. E su Avvenire il vicesegretario dem Debora Serracchiani parla della necessità di “una riflessione ” sul testo.

Il Pd naviga a vista, cercando di prendere in giro i campani per convincerli che non ci saranno problemi in caso di elezione di De Luca. Ma sanno bene che non potranno  mai cambiare  la Severino, perché noi glielo impediremmo. È  l’unica, vera legge anti-corruzione: se proveranno a toccarla sarà la guerra, quello che abbiamo fatto in arlamento contro il decreto Imu-Bankitalia sarebbe niente in confronto.

Gran parte della stampa italiana sostiene che i Cinque Stelle siano maturati. È perché Grillo è meno presente?

Beppe Grillo lo  disse già nel 2009,  quando fondò  il  Movimento: ‘Io un po’ alla volta permetterò al M5S di camminare da  solo, ma per ora  faccio la start up’. Non penso che arriverà il giorno in cui Beppe non servirà più al Movimento. Semplicemente, ora lui  non è  più l’unico volto dei 5Stelle: di volti ce ne sono diversi, e saranno sempre di più.

In campagna elettorale è apparso poco.

Questa volta non c’era bisogno che  Grillo fosse ovunque. Lui sta solo facendo quello che ciarambino di maioaveva detto, ovvero far emergere la  comunità dei Cinque  Stelle. Il Movimento cambia, evolve, e non c’è nessun parricidio in atto.

Quando a dicembre Grillo nominò il Direttorio dal blog, dentro il M5S in diversi si irritarono per una decisione “calata dall’alto ”. È stata metabolizzata?

Le scelte si giudicano dai risultati, e non parlo di quelli elettorali. Noi cinque del coordinamento abbiamo cercato di mettere assieme le varie parti del M5S e farle lavorare tutte assieme. E i problemi interni sono per incanto scomparsi. Non ci sono più quelle discussioni che ci dilaniavano, anche perché non abbiamo mai imposto  nulla a  nessuno:  cerchiamo sempre il dialogo con tutti.

Grillo ha ammesso che non andare in tv è stato un errore. Voi parlamentari che sbagli avete commesso?

Abbiamo smesso di parlare dei problemi interni al Movimento: ora parliamo solo di quelli dei cittadini. Inoltre abbiamo concentrato il lavoro su alcuni temi, senza ‘spararne’troppi tutti assieme. Adesso ci stiamo occupando di reddito di cittadinanza, Equitalia e microcredito.

Vi accusano di non ottenere mai risultati concreti.

Abbiamo portato a casa la legge contro i reati ambientali, il nostro capolavoro. Ed è stato possibile perché siamo stati bravi nella mediazione  con gli  altri partiti, senza  accettare compromessi al ribasso.

Avete imparato a trattare?

No, abbiamo imparato ad imporre i temi nell’agenda politica. Prima ce li imponevano quelli del Pd, ed erano inutili, come la legge elettorale o il Senato non elettivo. Ora abbiamo fatto partire il microcredito, e abbiamo imposto il reddito di cittadinanza.

La minoranza dem offre dialogo.

Siamo aperti a  chiunque, ma per approvare il reddito c’è bisogno della maggioranza del Pd, perché  servono i  numeri. Solo che Renzi non risponde.

Perché ?

È una nostra proposta, e non vuole ammetterne l’importanza.

Il Pd ha presentato un disegno di legge che prevede regole interne democratiche per i partiti.Vi preoccupa?

Niente affatto, siamo pronti a discuterne e a migliorarlo, introducendo  norme sugli  impresentabili e per l’obbligo dei due mandati. Presentare un ddl che tutti hanno letto come contro i 5Stelle mi pare un autogol:ma a noi non fa nessuna paura.

Domenica si vota. Che risultato vi aspettate?

La premessa è che non ci aspettiamo nulla dai sondaggi. Però mi attendo un’affermazione, ossia che il M5S si confermi come seconda forza  politica del Paese. Dopodiché noi vogliamo entrare in tutte le Regioni e mettere le mani sulle carte, per denunciare sprechi e illegalità, innanzitutto sulla sanità.

di Luca De Carolis
Il Fatto Quotidiano 29.05.2015

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