Mobilità

Arriva la neve e invece che pulire le strade blocchiamo i trasporti

Blocco dei trasportiCade la neve e scatta il blocco. I veicoli che superano le 7,5 tonnellate non possono circolare in 11 regioni. Chi porta merci deve rinunciare al trasporto o, se già in viaggio, fermarsi alle apposite aree di sosta. E le associazioni di categoria insorgono: non era meglio pulire le strade che fermare i tir?
Lo dicono tutti: in mezzo alla crisi, il Paese deve ripartire. Ma non lo fa, e c’è sempre un motivo. Stavolta è colpa della neve. Non è una battuta: a causa del maltempo, il blocco dei trasporti è arrivato puntuale e indiscriminato. Le disposizioni di 11 regioni del centro-nord (Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria, Veneto, Trentino Alto-Adige, Friuli Venezia Giulia – dalle 10 – Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria) parlano chiaro: circolazione vietata ai mezzi dal peso superiore alle 7,5 tonnellate, cioè i tir dei trasporti. Motivo? La nevicata che sta imbiancando il centro-nord. Una decisione che blocca tutto. Ed è paradossale, perché siamo «in un periodo in cui tutte le forze politiche forniscono la propria ricetta per far ripartire la macchina produttiva italiana, ed è sufficiente l’annuncio di una presunta “forte nevicata” per bloccare tutto il settore dei trasporti» si lamenta Eleuterio Arcese, presidente di Anita, associazione di imprenditori degli autotrasporti che aderiscono a Confindustria.

Con conseguenze: «I danni saranno ingenti per tutto il nostro sistema economico», continua Arcese. Le disposizioni emanate parlano chiaro. Ai conducenti dei veicoli pesanti che, dal sud al centro-nord, si devono muovere nell’area del maltempo, suggeriscono di non partire proprio, e di aspettare la ripresa della circolazione regolare. E, se sono già in viaggio, devono fermarsi in aree già preparate lungo le autostrade (la A1, Milano-Napoli, ne ha uno nei dintorni di Roma; nell’A 14 Bologna-Taranto invece è a Pescara). Il tutto per pochi giorni di maltempo, e una nevicata.

Il blocco «è generalizzato e arriva in ritardo: la pianificazione dei servizi era già definita». Questo significa una cosa sola: «Il nostro Paese non è in grado di fronteggiare questo tipo di emergenze», si preferisce la strada più semplice, ma più dannosa. «Invece che mettere in capo i normali strumenti di pulizia delle strade, hanno deciso di impedire il normale svolgimento delle attività», e «bloccare le attività di un settore che si occupa del totale trasferimento delle merci». Una follia? Forse eccessiva prudenza. Ma gli strumenti per fronteggiare le emergenze-neve ci sono eccome: «Da una parte ci obbligano a dotare i nostri veicoli con catene da neve, o con pneumatici invernali». E poi «bloccano la circolazione a quelli ben equipaggiati», con un solo risultato: «rendere del tutto inutili gli investimenti sostenuti». Se questo è ripartire.

Dario Ronzoni
Linkiesta

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