Ciarambino (M5S): in Campania rubata la speranza.
Valeria Ciarambino non tradisce lo stile del Movimento 5 Stelle: grande indifferenza alla liturgia della politica politicante e tanta voglia di lanciare proposte. Recupera il deficit di popolarità personale da parte dell’elettorato nutrito a talk show con una campagna innovativamente tradizionale: <<Vado tra la gente e parlo con loro. Li ascolto e faccio conoscere le nostre proposte>>. Il sondaggio del <<Mattino>> dà i pentastellati come primo partito in Campania, battuti dagli altri candidati solo perché corrono da soli, non godendo dei benefici della coalizione.
Non ostenti sufficienza, i sondaggi vi premiano. Siete in forte recupero, dopo una stagione nella quale sembravate appannati. Che cosa ne pensa?
<<Non diamo molto credito ai sondaggi, anche quando sono così favorevoli, perché poi, in sostanza non ci azzeccano mai>>.
Quindi pensate di stare anche più su nelle percentuali, rispetto alle previsioni dei sondaggi?
<<Davvero non ci interessa. Non sono i nostri argomenti. Di sicuro siamo avvantaggiati da un lavoro cominciato con molto anticipo rispetto agli altri. La mia candidatura e le liste sono state messe a punto già a fine gennaio. E ora raccontiamo alla gente, giorno per giorno, chi siamo e che cosa vogliamo fare. Lavoriamo per ottenere il risultato massimo>>.
Da tempo non vi affidate più solo alla Rete. Avete capito che non basta?
<<Non è sufficiente, è vero. Siamo stati scelti dalla Rete, ma dopo molti incontri sul territorio, durante i quali abbiamo ascoltato i cittadini, ci siamo guardati negli occhi. La Rete è uno strumento da affiancare alla conoscenza diretta. Anche per questo siamo tornati in tv è anch’essa uno strumento. Niente va demonizzato, dipende da come viene usato>>.
Lei gira tanto per i mercati, incontra la gente comune. Che reazioni ci sono?
<<La gente è stupita di vedere direttamente il candidato che si comporta come un cittadino qualunque>>.
Che risposte ottiene?
<<Piuttosto raccolgo domande, richieste di aiuto. In Campania c’è un popolo privato della sua dignità. C’è una povertà diffusa, più vasta di quella che appare. La gente chiede lavoro, chiede di non essere lasciata sola. C’è molta gente che non vorrebbe più votare o non vota più, ma che, quando ci ascolta, cambia idea>>.
Ci sono pure molti delusi di sinistra che dichiarano di votare per voi.
<<Ci vota chi credeva in forti ideali e adesso si sente tradito, a prescindere se sono di sinistra o di destra. Le risposte che diamo on sono né di destra né di sinistra, sono risposte concrete>>.
C’è uno smarcamento diffuso delle vecchie categorie. Ma lei da quale storia politica viene?
<<Più che dalla politica, provengo dal mondo del volontariato. Ho sempre scelto di vivere non solo per me stessa. Ho fatto molto volontariato missionario. E dopo aver lavorato a Udine per diverso tempo, cinque anni fa ho deciso di tornare nella mia terra, a Pomigliano d’Arco, dove ho incontrato dei cittadini Cinque Stelle con i quali ora condivido la passione politica. Ma tutto ha origine da un impegno civico, da una scelta che nasce dal basso e che mi fa essere la prima donna candidata alla presidenza della Regione>>.
Le lavora a Equitalia come impiegata. Ieri, il presidente Caldoro l’ha ricordato su Twitter, sottolineando un’incongruenza.
<<E io gli ho risposto subito, ricordando che noi mettiamo in gioco il nostro lavoro per realizzare le idee in cui crediamo>>.
Ma il suo Movimento vuole abolire Equitalia.
<<Mi fa sorridere che l’unica critica che riescono a farmi riguardi il mio lavoro. Non hanno argomenti, vanno sul piano personale. Il nostro Movimento vuole cambiare il sistema di riscossione delle tasse, non mandare per strada i lavoratori. Caldoro guardasse ai candidati che ha imbarcato. Usare questi temi è segno di debolezza>>.
Che giudizi dà complessivamente di Caldoro e De Luca?
<<Sono la stessa cosa. Rappresentano la politica indegna. Non li definirei neanche politici, perché non rispettano l’etimologia della parola “politica” che viene da “polis”, città, e indica l’impegno per il bene pubblico. Loro invece gestiscono il bene pubblico come esclusivo potere personale>>.
Negli ultimi tempi, Grillo e Casaleggio sono meno presenti nelle vostre battaglie. Sembra che abbiamo fatto un passo indietro. Questo vi ha favorito, facendo emergere le vostre personalità?
<<Era un passo necessario. Grillo e Casaleggio hanno permesso la realizzazione di un sogno: l’emersione di una politica nuova fatta da persone che credono nelle cose che dicono e che provano a farle. Oggi abbiamo dei rappresentanti istituzionali, è che parlino loro>>.
Insomma, è caduta l’accusa che vi vuole etero diretti?
<<Ancora questa storia? Con quello che succede in Parlamento con Pd e Forza Italia, con l’ultimo episodio dell’approvazione dell’Italicum, con la democrazia calpestata quotidianamente, questa accusa al nostro Movimento fa soltanto ridere>>.
Nel suo programma si punta molto sul lavoro.
<<Attualmente in Campania il lavoro è il punto di partenza della rinascita. Siamo in piena e drammatica emergenza. Bisogna difendere il lavoro da chi lo sta distruggendo come nel caso dell’Indesit e come potrebbe accadere per Fincantieri. Si stracciano accordi siglati e la Regione è complice di questo sfascio. Bisogna, invece, motivare le aziende a restare e impedire che i giovani non vadano via dalla Campania>>.
Pietro Treccagnoli
Il Mattino versione cartacea 07.05.2015