Le prime operazioni di eradicazione degli alberi di ulivo nel Salento sono cominciate e hanno scatenato le azioni di protesta degli ambientalisti, dei cittadini, degli agricoltori, dei comitati e dei nostri portavoce a 5 stelle in Puglia. Ma le motoseghe, per alcuni esemplari, sono state implacabili.
La peste degli ulivi: è stato soprannominato così il complesso del disseccamento rapido (Co.Di.Ro.) che sta colpendo inesorabilmente gli alberi di ulivo nella regione si dice sia causato principalmente dall’infezione del batterio Xylella fastidiosa.
Un’emergenza che ha portato il Governo a nominare il Commissario Straordinario Giuseppe Silletti con il preciso incarico di approntare un piano di intervento (rilasciato il 16 marzo 2015) per il quale sono stati stanziati, a più riprese dall’Europa, dal Consiglio dei Ministri e dalla stessa Regione Puglia circa 14 milioni di euro.
Nel piano, Silletti ha stabilito una fascia di circa 15 km che si estende da una costa all’altra della Puglia, a ridosso della quale si deve provvedere – tra le altre – all’eradicamento degli ulivi per evitare che l’epidemia si propaghi fuori dalla regione. Ma si rischia di fare di tutta l’erba un fascio: nella stessa zona non tutti gli alberi sono infetti, ma tutti gli alberi saranno eradicati.
I dati della Commissione Europea confermano che su 1757 campioni di rametti e foglie disseccate solo su 21 si è ritrovata la Xylella fastidiosa. Silletti ha dichiarato che toglieranno solo piante malate, ma in realtà si abbattono interi alberi senza nemmeno rilasciare ai proprietari l’esito delle analisi per ciascuna pianta, ammesso siano state prima effettuate e non ci sia basati solo su rilievi sommari esteriori e visivi delle piante infette come previsto dal piano. Eppure i soldi sono stati stanziati per procedere, anche, a queste analisi.
Emerge un punto fondamentale sulla questione: è davvero efficace un piano che prevede di eradicare, sradicare, eliminare gli alberi infetti, deturpando il paesaggio e l’economia di un’area agricola? oppure sarebbe bene approfondire gli studi sulla sindrome del disseccamento rapido degli ulivi, considerando che ancora gli studiosi non sono unanimi nel definirla? Il complesso del Co.Di.Ro. non è dimostrato dipenda esclusivamente dal batterio Xylella: potrebbe essere causa, concausa o ininfluente secondo tecnici e studiosi che hanno posizioni differenti. Ci sono alberi che manifestano il complesso e non hanno il batterio, altri che hanno il batterio e non mostrano sintomi (e per i quali è prevista l’eradicazione).
Sul sito istituzionale della regione Puglia dedicato al monitoraggio della Xylella ci sono tutte le campionature delle analisi di laboratorio effettuate, i triangoli e le stelline rosse indicano i campioni risultati positivi. Se si ingrandisce sul focolaio di Oria o Veglie, dove sono cominciate le eradicazioni dei primi ulivi, si notano delle stelline gialle che rappresentano alberi che visivamente presentano i sintomi del disseccamento rapido, ma le analisi di laboratorio hanno dato esito negativo per la presenza di Xylella. È un indizio che avvalora l’ipotesi che il disseccamento non sia causato principalmente da questo batterio.
Facciamo un passo indietro: secondo l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) il batterio della Xylella fastidiosa è stato individuato ufficialmente in Salento nell’ottobre del 2013 anche se poteva essere già esistente in tempi precedenti, forse arrivato con delle importazioni dal sud America. La situazione è peggiorata nel corso del 2014 e a gennaio l’EFSA ha pubblicato un nuovo rapporto scientifico in cui definisce la malattia degli ulivi come un’epidemia, per ora circoscritta in Puglia: secondo la Commissione Europea su 11 milioni di ulivi il 10 per cento sarebbe stato infettato dal batterio. In tutta la regione ci sono circa 50 milioni di ulivi, compresi gli alberi secolari, e basandosi su questa stima percentuale è facile fare il conto di quanti sarebbero gli eradicati e di quanti terreni potrebbero essere considerati spazio libero per altre destinazioni d’uso.
L’Europa ci chiede di abbattere gli alberi di ulivo? In questa ricostruzione puntuale si racconta di come sia stata la regione Puglia con una delibera dell’ottobre 2013 a determinare le misure di emergenza per combattere la Xylella e a comunicarlo all’Europa che ha recepito queste indicazioni e le ha rese vincolanti per il nostro Paese.
Intanto la Francia ha deciso di bloccare l’importazione di piante provenienti dalla Puglia, non solo di olivo, che possono essere ospiti del batterio.Come è già successo agli avv. Pesce di Oria, chi farà ricorso al Tar di Lecce si vedrà rispondere che non è territorialmente competente proprio a causa della dichiarazione dello stato di emergenza, che riguarda l’intera nazione. Mentre con la dichiarazione di stato di calamità naturale, che non riguarda eventi gravissimi ed è identificata in un luogo specifico, i giudici leccesi potrebbero esprimersi, anche contro l’eradicazione.
Con la dichiarazione di stato di calamità naturale per il Co.Di.Ro le deroghe all’ordinamento giuridico ordinario e i poteri straordinari non avrebbero più senso di esistere. Chiediamoci dunque: perché la Regione Puglia non ne fa richiesta e perché il governo ha dichiarato il ben più grave stato di emergenza? Renzi ha avocato a se tutti i poteri, poteri di nomina e spartizioni di denari. Oggi possono fare ciò che vogliono proprio per questo. La richiesta dello stato di calamità per il Co.di.r.o. è un mezzo utile e necessario per disarmare gli speculatori e chi intende devastare il nostro amato territorio, apportando danni ingenti al settore agricolo, vivaistico e turistico.
“Il M5S punta a dare soluzioni concrete, intende vigilare sulla gestione dei finanziamenti derivanti dallo stato di calamità in maniera virtuosa ed oculata per finanziare la ricerca e sostenere gli agricoltori nelle buone pratiche e nel sostegno al biologico. Lo faremo partendo dai più piccoli sino ad arrivare alle aziende agricole che aiutano questa regione a crescere nel PIL che è in caduta per il sesto anno consecutivo.” Lo sostiene la portavoce pugliese al Senato Daniela Donno che, tanto nelle sedi parlamentari quanto nelle campagne del Salento, sta seguendo il tema da vicino. “Senza reddito non c’è agricoltura. Nessuno può pensare di privare l’agricoltura del sostegno economico solo perché c’è stato chi l’ha gestito male. Sosterremo la ricerca, udendo e vagliando quella parte della scienza e che oggi, dal ministro Martina, dal presidente Vendola e dal commissario Silletti, rimane del tutto inascoltata anche se propone possibili soluzioni meno devastanti ed impattanti per l’ambiente e la salute dell’uomo. Tocca fare scelte di responsabilità. E spetta a tutti i cittadini!”
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