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I tweet di Esposito, il marcio di Ostia e i 5 Stelle

orfini_espositoDopo aver lasciato intendere che tra M5S e mafia ci fosse un fil rouge, il presidente del Pd Matteo Orfini ha scritto tre giorni fa: “Cari grillini, invece di offendervi per i miei tweet, leggete quello che scrive Stefano Esposito e provate a riflettere”. A uno come Orfini occorre dare ascolto. Urge quindi leggere Esposito. Già: ma chi è ’sto Esposito? Senatore pidino quasi 46enne, nato a Moncalieri, origini campane. Venera la Torino-Lione e odia in ogni modo i no-Tav. I no-Tav, di rimando, lo hanno denunciato per diffamazione e, quel che è peggio, lo costringono a vivere sotto scorta dopo le minacce subìte. È stato segretario della Sinistra giovanile e molti ne ricordano i modi rudi. Mai arrogante e aggressivo, processato e assolto per firme false. Tra i fondatori di “Sinistra Per” dell’area torinese, pro Veltroni e contro Fassino. Poi pro Bersani e contro Renzi. Quindi, ovviamente, renziano. La trovata del “canguro” ammazza-opposizione è sua. Quando Grillo chiese ai parlamentari Pd di confrontarsi per l’elezione del capo dello Stato, gli suggerì assai democraticamente di andare a zappare. Occhi grandi e sguardo allucinato, trasuda un’antipatia vivissima che lui è bravo ad Espositoalimentare ogni volta che apre bocca. Chiamato da Orfini per salvare il disastrato Pd di Ostia, Esposito ha prima minimizzato le colpe del mini sindaco Pd (dimesso) Tassone e poi provato a spostare l’attenzione incolpando i 5Stelle. Come? Il reggente del clan Spada aveva condiviso un post del deputato Alessandro Di Battista.
L’ASSIOMA di Esposito, riverberato da non pochi organi di informazione, è stato semplice: la mafia tifa Grillo. Logico, no? Esposito ha poi esondato su Twitter, rispondendo tra ieri e domenica a chi – parlamentari, attivisti, comuni mortali – osava criticarlo. La sua prosa, come
suggeriva Orfini, merita davvero una lettura attenta: simili vette poetiche non possono cadere nell’oblio. Sogniamo dunque con Esposito: vai Stefano. “Ecco qui un altro collusetto”; “Sei solo un cretino #poveropirla”; “Ve la suonate e ve la dibattistacantate tra di voi poi quando si vota vi contate sempre tra di voi”; “Compra un pacco di pannoloni”; “Si vede che sei stonato forte”; “Siete tutti uguali chiacchiere distintivo una spruzzata di Gasparri su uno sforzo per distinguerti dal gregge grullino”; “Non è difficile ma per te potrebbe esserlo visto fesserie che scrivi #grullinibolliti” ; “Tanto questi non capiscono manco se lo vedono scritto coi muri”; “Posso mica perdere tempo con i grullini ho cose più serie #staisereno”; “I grullini più son cretini più li promuovono”; “Il mio gatto è più bravo a coprire la cacca”; “Leggi i giornali ogni tanto così eviti di dire minchiate”; “Vale per te quanto scritto al tuo capo comico vai a zappare la vigna”; “Non rosicare troppo che consumi la tastiera”. E via così. Un tizio simile, mix petulante tra un hooligan infelice e un Gasparri belluino, in Italia è senatore. Auguri. E complimenti a Renzi per la classe dirigente.

Andrea Scanzi
Il Fatto Quotidiano 01.04.2015

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