Dopo il no del Tar, Melillo: ecco il risultato
La bocciatura del parcheggio multipiano da parte del Tar di Salerno ha riacceso la discussione e la polemica a Caposele. Un’opera che, ormai, fa discutere da quasi dieci anni e per la quale sembrerebbe che bisogna fare tutto dall’inizio. La questione è stata anche oggetto della campagna elettorale ed ha visto un duro scontro tra le due coalizioni.
Oggi, il Tar, a meno di un ricorso al Consiglio di Stato da parte dell’amministrazione comunale, ha messo la parola fine sulla questione. Non aveva dubbi in merito il consigliere di opposizione Lorenzo Melillo che attacca l’amministrazione comunale del sindaco Pasquale Farina sul modo in cui è stata gestita la situazione.
“Il parcheggio multipiano? Non c’è molto da dire, ma soltanto che – spiega il consigliere di opposizione del Comune di Caposele – tutti i nodi alla fine vengono al pettine. Ciò che dicevamo e le nostre critiche e polemiche non erano poi così infondate. La storia di questa opera era stata strumentalizzata e c’è stato qualcuno il quale ha voluto far credere che la questione era stata strumentalizzata. Si voleva far credere che qualcuno avesse fatto ricorso solo ed esclusivamente per divertimento o per creare problemi, ma non è così e finalmente il tutto è stato stabilito dal Tar di Salerno. Chi ha fatto ricorso lo ha fatto solo per difendere i suoi diritti che, puntualmente, erano stati calpestati dall’amministrazione del Sindaco Pasquale Farina.
La verità è che il tempo sta facendo venir fuori tutte quelle cose che noi abbiamo messo in luce qualche tempo fa e che oggi sono sotto gli occhi di tutti. Se Caposele non ha oggi il parcheggio multipiano è solo ed esclusivamente per il modo di amministrare di questa amministrazione comunale che tutto fa tranne che rispettare i diritti dei cittadini della nostra comunità.
Un’opera che era finanziata già dieci anni fa e che non è ancora realizzata. Le colpe di qualcuno saranno e certamente non sono di quei o quel cittadino che si sono opposti ed hanno fatto ricorso perché hanno visti calpestati i loro diritti”.
Redazione
Il Quotidiano del Sud versione cartacea 26.03.2015