È INDAGATO INSIEME AL PADRE PER CORRUZIONE DOPO IL CRAC DEL PASTIFICIO AMATO. UNA CARRIERA ALL’OMBRA DELLE RELAZIONI GIUSTE.
Lui ha sempre detto: “Non mi manda papà”. Il padre ha sempre aggiunto: “I miei figli lavorano lontano da Salerno”. E ora una domanda, tanto per cominciare. È solo una coincidenza che chi ha diviso percorsi professionali con l’avvocato Piero De Luca, referendario presso la Corte di Giustizia in Lussemburgo, abbia ottenuto incarichi e lavori dal Comune di Salerno e dai suoi appaltatori mentre il papà Vincenzo De Luca, candidato Pd a Governatore della Campania, ne era sindaco? Probabilmente sì, perché Salerno non è New York e la cerchia dei professionisti e degli imprenditori di grido si restringe a poche unità. La domanda però va incrociata con quelle che si sta ponendo la Procura di Salerno che ha indagato sul crac Amato (un buco da 100 milioni di euro) e ha aperto altre inchieste sul sottobosco di società e imprese che hanno ronzato intorno alla mancata riconversione del pastificio salernitano in appartamenti di lusso. E anche qui ci sono coincidenze interessanti. Ma partiamo da un dato: dall’altroieri, Piero De Luca è indagato per bancarotta fraudolenta per il fallimento dell’Ifil. È la società di Mario Del Mese che avrebbe dovuto occuparsi della vendita degli appartamenti. Uno degli imprenditori della famiglia Amato, Peppino Amato jr, il 26 settembre 2012 ha affermato al pm Vincenzo Senatore che “Mario Del Mese sosteneva che Piero De Luca fosse socio occulto nella Ifil” e che, approfittando dei suoi viaggi di lavoro, ne occultasse risorse in conti correnti nel Lussemburgo. De Luca Jr e Del Mese hanno smentito, ma il pm e la Finanza hanno trovato biglietti aerei per 23 mila euro comprati dalla Ifil a De Luca e alla moglie per viaggi in Lussemburgo. E li contestano nell’accusa di bancarotta. Riascoltato nel novembre 2012, Amato jr (che è uscito dal processo patteggiando) ha raccontato di aver dato a Mario Del Mese 40 mila euro chiesti per finanziare la campagna elettorale di De Luca alle Regionali 2010, e in particolare l’allestimento del palco per un comizio a Napoli: “Ci disse ‘il sindaco da voi se lo aspetta, l’iter sta andando speditamente’”, riferendosi alle autorizzazioni per riconvertire il pastificio in rovina.
ED ECCOCI al filone non ancora scoperchiato: l’indagine top secret per corruzione su Vincenzo De Luca e Piero De Luca. La procura sospetta che l’Ifil, mediando con il Comune per le autorizzazioni e procurando risorse per lacampagna elettorale del sindaco, sia stata poi beneficiata di una consulenza milionaria dall’Esa, società impegnata nel rifacimento di piazza della Libertà. L’Esa faceva capo a un consigliere comunale Pd del salernitano e i suoi vertici sono sotto inchiesta per aver utilizzato come materiale di riempimento della piazza i rifiuti provenienti dalla demolizione del pastificio Amato.
Quante coincidenze. Ce ne sono altre: Piero De Luca ha diviso con un socio di Ifil, l’avvocato Emilio Ferraro, uno studio legale in Corso Garibaldi. Ferraro fa parte del Cda della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana ed è stato consulente di un paio di società partecipate del Comune di Salerno. Ma prima di andare a lavorare in Lussemburgo, De Luca jr., maturità classica con 60/60 nella sezione D del liceo classico di Salerno “Torquato Tasso”, laurea all’Università di Napoli e abilitazione forense grazie all’accoglimento di un ricorso al Tar dopo essere stato bocciato all’esame, ha lavorato a Roma nello studio dell’amministrativista Clarizia: è il legale che ha difeso il Comune nel ricorso al Consiglio di Stato contro il Crescent. Nel 2008 Piero De Luca ha fatturato circa 18 mila euro di parcella al pastificio Amato. Sì, quelli della riconversione e del crac. Ne ha incassati solo 8.000. Nel 2004 De Luca jr ha ottenuto una consulenza di sei mesi da 7.250 euro dalla Mcm di Gianni Lettieri. Per la delocalizzazione dello stabilimento di Fratte, Lettieri e sindaco De Luca sono finiti entrambi sotto processo, e assolti.
di Vincenzo Iurillo
Il Fatto Quotidiano 19.03.2015