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I 5 Stelle sognano Nino Di Matteo Un voto web dopo il tavolo con Renzi

dimatteo_potyL’uomo giusto per (quasi) tutto il Movimento potrebbe essere lui, il procuratore sempre in trincea. Ma la partita si giocherà anche e soprattutto dopo la mossa del Pd. La strada per arrivare al nuovo inquilino del Colle sarà necessariamente a due tappe per i Cinque Stelle. Con una prima stazione indispensabile, le Quirinarie, ovvero il voto degli iscritti sul web. Ancora da definire nei tempi e nei modi, ma già con un favorito, il sostituto procuratore di Palermo Nino Di Matteo, il pm dell’inchiesta sulla trattativa Stato-mafia. “L’uomo dell’anno, l’Onesto” secondo il blog di Grillo, che il 27 dicembre scorso lo ha celebrato con tanto di finta copertina di Time, il settimanale americano che ogni anno nomina appunto la person of the year (persona dell’anno). Lo stesso magistrato che aveva concesso una lunga intervista al portale nell’aprile scorso, all’indomani dell’apertura a suo carico di un procedimento da parte del Csm “per aver leso le prerogative del Capo dello Stato” in un’intervista. “I momenti di perplessità e di scoramento sono tanti e non appartengono soltanto al passato” confessava a Nicola Biondo, l’allora capo dell’ufficio stampa del M5S. Erano seguiti appelli e manifestazioni pubbliche a sostegno del pm. Il candidato ideale di molti parlamentari dei 5 Stelle, dissidenti compresi, e tantissimi attivisti, pronti a votarlo tra qualche giorno. Probabilissimo che arrivi nella cinquina dei più votati, più che possibile che arrivi primo. Quando e come, resta da definire. A metodo e tempistica delle Quirinarie si inizierà a lavorare nel dettaglio dalla settimana prossima, anche con una riunione del direttorio.
L’OBIETTIVO è fare in fretta, per avere un nome scelto con la base entro la fine del mese. Di Matteo sarebbe una scelta forte anche a livello simbolico, soprattutto dopo le dimissioni di Napolitano. Ma è molto difficile che possa accettare un’eventuale investitura. Il M5S lo sa, come sa che sarebbero poco percorribili altre opzioni molto popolari nella sua base, da Ferdinando Imposimato a Dario Fo fino a Gustavo Zagrebelsky. Il gioco, cifre alla mano , lo condurrà comunque il Pd. E allora il Movimento si prepara a una seconda fase, in cui tornerebbe a consultare la rete su un nome proposto dai democratici. In sostanza, lo stesso schema seguito per eleggere alla Corte Costituzionale Silvana Sciarra: scelta dal Pd dopo il naufragio di Luciano Violante, e approvata a larghissima maggioranza dagli iscritti sul blog di Grillo. Anche l’assemblea dei parlamentari a 5 Stelle disse sì, all’unanimità. Ma nel giro di pochi giorni emersero i mal di pancia di diversi falchi. Poco propensi a ripetere l’esperimento, che pure fece gridare al nuovo M5S “che finalmente tratta”. Sullo sfondo, la distanza tra chi accetterebbe anche un nome partitico (Luigi Di Maio, Danilo Toninelli) e i parlamentari che pretendono un nome non politico, quindi più vicino alla linea del Movimento. A ridurre le distanze potrebbe essere la voglia di stare in partita di gran parte dei Cinque Stelle. Consapevoli che Renzi non ha numeri larghi, e che Berlusconi ha problemi di tenuta interna. D’altronde il Grillo sceso a Roma a metà dicembre aveva lasciato la porta semiaperta: “Se ci propongono una persona fuori di questo pantano della corruzione non avremo problemi a votarla”. Perché il Colle val bene una trattativa, perfino con Renzi.

l.d.c
Il Fatto Quotidiano 03.01.2015

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