CON IL DECRETO VARATO LA VIGILIA DI NATALE RISCHIERÀ IL CARCERE SOLO CHI EVADE OLTRE 150 MILA EURO, CONTRO I 50 MILA ATTUALI, E LE FATTURE FALSE SARANNO REATO SOLO SE SUPERIORI AI 1.000 EURO. IL SOLE 24 ORE: “SENZA MODIFICHE SALTERÀ UN PROCESSO SU TRE”.
La vigilia di Natale è stata generosa con gli evasori: il regalo è arrivato direttamente dal governo. Man mano che la bozza del decreto legislativo sui reati tributari viene analizzata, infatti, si capiscono meglio anche gli effetti dell’allentamento deciso dall’esecutivo di Matteo Renzi con il testo licenziato lo scorso 24 dicembre: migliaia di processi e fascicoli cancellati, con l’abuso del diritto che di fatto esce dall’ambito penale grazie alle soglie di punibilità triplicate. Andiamo con ordine. Il segnale d’allarme l’ha lanciato il Sole 24 Ore: con queste norme, “salterà un processo su tre”. Stando al testo – inviato alle commissioni parlamentari – la soglia sotto il quale non scatta il reato di omesso versamento di Iva e trattenute passa da 50 mila a 150 mila euro. Resta solo la sanzione amministrativa, con la fedina penale che resta pulita. Stando al quotidiano di Confindustria, l’effetto sarà quello di condannare all’estinzione oltre un terzo dei processi.
UN NUMERO sottostimato visto che si riferisce ai procedimenti in corso per effetto del “favor rei”, per cui le disposizioni penali più favorevoli valgono anche per il passato. A questi vanno aggiunte le “notizie di reato” arrivate alle Procure (peraltro solo le 38 prese in esame). Tradotto in numeri: 8500 fascicoli su poco più di 25 mila, verranno archiviati. Per dare l’idea, solo in Umbria rischiano lo stop 400 processi. Le norme valgono anche per i versamenti degli acconti Iva effettuati nei giorni scorsi. A far discutere è anche la decisione annunciata mesi fa – e confermata nel testo – di fissare un tetto di 1.000 euro al di sotto del quale emettere fatture false non è reato. Come dire che quello che oggi è un illecito penale punito con la reclusione da 18 mesi a 6 anni diventa un semplice illecito amministrativo. E il colpevole se la cava con una multa. Lo stesso vale anche per chi si serve di quelle fatture o di altri “documenti per operazioni inesistenti” per truccare la dichiarazione dei redditi con l’obiettivo di evadere le imposte sui redditi o l’Iva. Le soglie salgono anche per chi sfugge del tutto al Fisco: l’imposta evasa dovrà essere superiore a 50 mila euro. In pratica una via di mezzo tra i 30 mila fissati nel 2011 da governo Berlusconi nel novembre 2011 e i 77 mila precedenti. Il tetto resta invece a 30 mila euro per la dichiarazione fraudolenta attraverso “altri artifici”, cioè documenti falsi o altri “giochetti” con l’obiettivo di “ostacolare l’accertamento” e “indurre in errore il fisco”. Ma anche qui interviene l’allentamento: a rischiare il carcere sarà solo chi riesce a sottrarre al fisco più di 1,5 milioni di euro. Oggi ne basta uno per rischiare la galera. Ufficialmente l’allargamento delle maglie è motivato con la crisi economica. Iva e trattenute, ad esempio, sono tra le imposte più evase dalle piccole e medie imprese in crisi di liquidità, la cosiddetta “evasione di necessità”. Si tratta pur sempre di persone che hanno dichiarato i redditi al fisco, senza però versare l’imposta, e le soglie erano già salite grazie a una sentenza della Consulta dell’8 aprile.
ALCUNE NORME, però, diluiscono ancora di più la possibilità di perseguire chi evade Iva e imposte: si verrà puniti, per dire, solo se le somme evase “sono superiori al 3 per cento del totale o dell’imponibile”. Anche sui tempi, il fisco è depotenziato: grazie a una norma dell’ex ministro Vincenzo Visco, finora in caso di reati l’Erario poteva contare su un raddoppio dei termini di decadenza. Il decreto, invece, stabilisce che questo scatti solo se è stata presentata denuncia in Procura. E chi paga il debito col fisco, potrà dimezzare o estinguere il reato. “Abbiamo fatto un decreto sull’abuso del diritto e nessuno ne parla”, ha spiegato il premier durante la conferenza di fine anno. Di sicuro lo avranno fatto gli evasori.
Carlo Di Foggia
Il Fatto Quotidiano 31.12.2014